«Per cambiare Milano servono le vostre idee»

«Disegniamo insieme la città di domani». Il sindaco Letizia Moratti e l’assessore allo Sviluppo del territorio, Carlo Masseroli, rivolgono questo invito uno a uno a tutti i milanesi. Con una lettera aperta chiedono ai cittadini di dare il proprio contributo con «domande, proposte, stimoli, ipotesi di lavoro che possano suggerire, correggere e sottolineare punti di vista diversi dal nostro, nuovi sguardi sulla città, perché le vostre osservazioni possano accompagnare e arricchire il nostro lavoro». Dalla Città della moda a Garibaldi-Repubblica, alla cittadella della Giustizia che sorgerà a Porto di Mare ai grattacieli di «Citylife» che nasceranno sulle ceneri della vecchia Fiera, le polemiche sul mancato - o scarso - coinvolgimento dei milanesi nella fase del progetto si sono sprecate. Da qui, una decisa inversione di tendenza, inaugurata il 19 e 20 luglio con una prima presentazione al pubblico del Piano di governo del territorio (che la giunta vuole approvare entro dicembre, poi il passaggio in consiglio comunale e l’approvazione definitiva a fine 2008): presenti oltre mille persone, già oltre 2.500 segnalazioni raccolte. Ora, l’ascolto dei milanesi prosegue su 5 temi aperti: i poli dello sviluppo (come promuovere le eccellenze di Milano, come sostenere la candidatura della città a ospitare eventi mondiali), la dignità del vivere civile, la qualità dell’abitare (ad esempio quali interventi servono per garantire la sicurezza di chi vive in città), gli spazi del benessere (suggerimenti su arredo urbano, verde, strutture sportive), le reti della conoscenza (come promuovere la cultura milanese e sviluppare centri di ricerca e innovazione). Per raccogliere i contributi dei milanesi, Palazzo Marino ha aperto due canali: una finestra sul sito internet (www.comune.milano.it), con un blog di discussione, e l’«Urban Center» in Galleria dove si possono chiedere informazioni e lasciare messaggi. A settembre, partirà la raccolta di suggerimenti e critiche in diversi luoghi della città, con incontri aperti al pubblico, ad associazioni imprenditoriali, sindacati, università, centri di ricerca, terzo settore, cooperative. Ad ottobre, si trarranno le conclusioni in una riunione organizzata nella Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale.
Per il nuovo piano di governo del territorio, Palazzo Marino terrà conto delle trasformazioni in atto. Una volta realizzati i grandi progetti in cantiere, da Santa Giulia a «Citylife» alla Città della moda, tanto per citare, le eccellenze milanesi - università, strutture ospedaliere, moda, in primis - rappresenteranno ancora di più un fattore di attrattività per la città. Ma i servizi pubblici oggi non sarebbero in grado di dare una risposta adeguata. Dagli studenti universitari arriverà una richiesta di circa 60mila posti letto, ma tra l’offerta attuale e quella programmata, sul «piatto» ce ne sono solo 9mila. Ancora: si conteranno circa 45mila nuovi residenti e 250mila metri quadrati di nuove superfici commerciali ma i servizi pubblici (biblioteche, piscine, ecc.) e quelli privati (cinema, supermercati, ecc.) programmati non sono sufficienti.
Sul blog del Comune intanto i milanesi hanno già iniziato a «scatenarsi».

C’è chi ritiene che i progetti in campo diano a Milano «un taglio ancora troppo provinciale e confuso, e non basta inserire qualche strano grattacielo che nulla ha a che vedere con la nostra cultura per dare un’impronta alla città» e chi critica la scelta di Porto di Mare per la Cittadella della giustizia («l’area era perfetta per un parco olimpico con impianti sportivi di livello»). Una mamma chiede che le aree gioco dei bimbi siano recintate e chiuse durante la notte e una residente vorrebbe al parco della Vettabbia spazi dedicati al benessere, con lezioni di yoga, tai chi e biodanza.

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