Cambio al vertice delle Cantine Ferrari

Dopo 53 anni il presidente Gino Lunelli lascia la presidenza del gruppo leader nelle bollicine metodo classico al nipote Matteo. Con lui nel cda anche i cugini Marcello, Camilla e Alessandro. "Mi dedicherò a una fondazione impegnata nel sociale: la ricchezza è vera se è condivisa"

Cambio della guardia e sguardo rivolto all'estero. Gino Lunelli lascia, dopo oltre mezzo secolo, la presidenza delle Cantine Ferrari, il gruppo leader delle bollicine metodo classico con oltre 5 milioni di bottiglie all'anno. Diventandone presidente emerito e promettendo di dedicarsi a una fondazione impegnata nel sociale. "Perché - ha spiegato - la ricchezza è vera se è condivisa. È ora di passare la mano. Conoscevo il mercato negli anni Settanta, Ottanta, non conosco più quello attuale. Con la globalizzazione le tecnologie e i gusti sono cambiati e dopo 53 anni è il momento di lasciare".
Il testimone passa ora al nipote Matteo per completare il ricambio generazionale avviato da un'azienda che ha già superato i 110 anni d'età. Un restyling perfezionato dall'ingresso nel consiglio di amministrazione di altri tre «cugini» esponenti della terza generazione come Marcello, Camilla e Alessandro che già ricoprono ruoli operativi in azienda. Ma anche illustri esterni entrano nel nuovo board della holding di famiglia, la Lunelli Spa che si apre a due nomi noti del mondo della finanza come l'ex presidente delle Fs Innocenzo Cipolletta e l'ex banchiere Lino Benassi.
Trentasette anni, due figli, laurea in Bocconi e cinque anni come banchiere d'affari nella Goldman Sachs tra Zurigo, New York e Londra, Matteo Lunelli è entrato nel gruppo di famiglia nel 2003 e ora siede in vari consigli di amministrazione tra cui la Banca di Trento e Bolzano che fa parte del gruppo Intesa San Paolo ed è presidente dei Giovani industriali del Trentino Alto Adige oltre a sedere nel comitato esecutivo della Fondazione altagamma che riunisce le imprese espressione dell'eccellenza del made in Italy.
Un passaggio di mano che l'azienda ha voluto rafforzare stilando, con la consulenza dello Studio Ambrosetti, un patto con le nuove regole per assicurare equilibrio e rapporti di forza tra parenti e soci.
"Con la seconda generazione - spiega il neo presidente Matteo Lunelli - Ferrari è diventata il numero uno in Italia. La sfida per noi della terza generazione è crescere all'estero». Annunciando a breve e per la prima volta l'avvio di campagne pubblicitarie in Giappone, Russia e Germania. Senza peraltro trascurare il nostro Paese dove la famiglia trentina che già controlla marchi come la grappa Segnana e l'acqua Surgiva, è pronta a crescere attraverso altre acquisizioni. "Vorremmo a essere uno dei protagonisti nel processo di consolidamento nel frammentato mercato del vino in Italia", ha spiegato il nuovo numero uno al cui fianco è stato confermato come amministratore delegato il manager Guido Pianaroli (ex Lvmh).
Ma l'apertura della casa dello spumante metodo classico si ferma qui. Non sono in vista nuovi soci, né c'è alcuna intenzione di approdare in Borsa. L'intento è promuovere la cultura manageriale della famiglia, ma anche preservare la caratteristica di gruppo famigliare dell'impresa che esclude anche per il futuro la quotazione a Piazza affari o l'ingresso di soci esterni. "Non ci abbiamo mai pensato e non abbiamo neanche intenzione di pensarci - ha spiegato Alessandro, laureato in ingegneria con esperienze in Unilever - Siamo un'azienda di famiglia e non abbiamo bisogno di capitali". Perché "in cassa i soldi non mancano".
Fondata nel 1902 da Giulio Ferrari (da cui deriva il nome) e rilevata nel 1952 da Bruno Lunelli, la Cantine Ferrari, come anticipato dal quotidiano "L'Adige", è ora una realtà con un fatturato 2010 di 54 milioni di euro e un utile netto di 6,9 milioni.

Il gruppo si è sviluppato in più direzioni e alle attività nei vini e nel "beverage" (l'acqua Surgiva, le grappe Segnana e due tenute, in Toscana e Umbria) affianca interessi nella finanza, nell'industria, nell'energia rinnovabile, con investimenti in diverse aziende. C'è anche il ristorante della casa, la Locanda Margon. Nell'immobiliare infine controlla tenute e immobili in Romania.

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