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Camera, 45mila euro a deputato: così i gruppi si spartiscono la torta

Oltre allo stipendio ogni parlamentare ha una dote amministrata dal partito per pagare uffici e segretarie

Camera, 45mila euro a deputato:
 
così i gruppi si spartiscono la torta

Roma - Ecco come si spartiscono la torta dei contributi pubblici i singoli gruppi parlamentari. Un bottino che a Montecitorio, nel 2010, sarà di 35 milioni di euro. È la cosiddetta benzina per far girare il motore dei partiti politici nel Palazzo che va aggiunta alle indennità e ai rimborsi vari che spettano ai singoli deputati. In sostanza, oltre allo stipendio, il singolo onorevole si porta in dote all’incirca 45mila euro l’anno. Ogni partito si gestisce un po’ come vuole, ma la maggior parte del denaro serve a pagare il lavoro del personale che ruota attorno ai parlamentari: uffici stampa, uffici legislativi, segretarie, uomini macchina.

Il malloppo viene suddiviso a seconda della consistenza del gruppo e la parte del leone, chiaramente, la fa il Pdl che in squadra ha ben 271 deputati. Dai dati relativi al 2009, il maggior partito italiano incassa infatti 11.684.296,12 euro, mentre al secondo posto si piazza il Partito democratico che, coi suoi 206 onorevoli, ingloba un assegno di 9.768.285,45. Più distaccata la Lega: per mantenere l’entourage dei 60 deputati del Carroccio si spendono 2.792.672,05. Anche l’Unione di centro ha il suo tesoretto in virtù dei 39 casiniani di Montecitorio: 2.112.545,54 euro, mentre i 24 dipietristi incassano 1.665.921,73 euro l’anno.

La suddivisione del cadeau, tuttavia, non è scientificamente proporzionata all’effettiva consistenza del gruppo e lo dimostrano i dati relativi al «gruppo misto», luogo dove confluiscono i cosiddetti piccoli. I 30 deputati iscritti al gruppo misto, infatti, non percepiscono, ad esempio, la metà dei 60 deputati del Carroccio ma molto di più. A loro, nel 2009, è arrivata la cifra di 5.509.717,19 euro, poco meno della metà di quanto incassato dal plotone dei pidiellini. La motivazione principale è che nel gruppo misto vanno mantenuti gli apparati della pattuglia dei sei micro partiti: dagli 8 onorevoli dell’Alleanza per l’Italia ai 6 di Noi Sud libertà e autonomia-Partito liberale, passando per i 3 dei Repubblicani regionalisti popolari. Senza tralasciare i 3 deputati dei Liberaldemocratici-Maie, i 3 delle minoranze linguistiche e i 5 del Movimento per le autonomie-Alleati per il Sud. Ognuno con i propri uffici, il proprio personale, le proprie segreterie.

Comprendere come si arriva alla cifra totale dei 5 milioni e mezzo di euro l’anno è impresa complicatissima. Una parte della somma è costituita da una base fissa «a deputato», ma poi il conto schizza all’insù proprio per garantire la rappresentatività dei singoli partiti o movimenti politici. Non solo: il dato relativo al denaro da elargire varia in continuazione visto il turismo dei nostri parlamentari. Dal 5 maggio 2008 al 7 giugno scorso, infatti, sono state autorizzate dalla Camera cinque componenti politiche. E ogni adesione o trasmigrazione comporta un ritocco della cifra assegnata.

I dipendenti del gruppo misto, stabilizzati da una delibera del 1993, sono una trentina; cui bisogna aggiungere personale aggiuntivo per ogni sottogruppo. Anche in questo caso, tolto un fisso per l’ufficio legislativo, la segreteria e l’ufficio stampa, ogni sottogruppo ha autonomia di gestione sul restante gruzzolo. C’è chi preferisce spenderlo per avere un responsabile stampa in più e chi invece lo utilizza per attività meramente politiche: un convegno, una cena elettorale.

Non c’è una regola fissa salvo una: i costi per mantenere il Palazzo lievitano sempre.

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