La camicetta nera fa arrossire i compagni

(...) di disorientamento» che sabato pomeriggio alle 17, presso l’hotel Bristol, Marta Vincenzi parteciperà al convegno organizzato dal circolo culturale «Destra Domani» per presentare il libro della giornalista Annalisa Terranova dal titolo «Camicette nere, donne di lotta e di governo da Salò ad Alleanza nazionale». Un convegno al quale il Rauti che partecipa non è il Pino leader missino ma Isabella, consigliera nazionale di Parità, un’istituzione del governo italiano. Un convegno moderato da un altro giornalista, Massimiliano Lussana, al quale Plinio e Bornacin intervengono tra gli altri, e non per fare comizi. Marta Vincenzi partecipa per portare la sua esperienze di donna in politica, con idee naturalmente diverse e distanti da quelle di Salò e della destra in generale, ma proprio per questo aperte al confronto culturale.
Niente da fare. Coi fascisti non si parla nemmeno. E così la dirigenza di Rifondazione vede il convegno dell’inciucione come qualcosa che «introduce una grave contraddizione nella maggioranza che ha sostenuto la candidatura della Vincenzi». Quasi un monito, un richiamo all’integralismo comunista. Un diktat cui secondo Gianni Plinio, «la Vincenzi saprà certamente sottrarsi, confermando la sua intelligenza, in grado di prevalere sulle farneticazioni di Nesci che si commentano da sole». Cita le partecipazioni di Walter Veltroni ai confronti con Gianfranco Fini, il capogruppo di An in regione. E, per non voler usare solo paragoni con «compagni annacquati dall’americanismo», ricorda a Nesci che «anche Fausto Bertinotti il duro ha accolto l’invito di Azione Giovani per un dibattito senza pregiudizi ideologici». Stessa idea espressa dalla Vincenzi che, apprendendo «con stupore e malcelato senso di disorientamento il giudizio negativo» espresso dai Rifondazione osserva come «probabilmente il presidente della Camera, autorevole esponente di Rifondazione, non la pensasse come i rappresentanti liguri del suo partito». L’attacco della segreteria regionale comunista non sorprende Plinio, che racconta anche come sia nata l’indignazione a sinistra. «Ho distribuito a tutti i colleghi consiglieri l’invito al convegno - svela soddisfatto -. Ho visto che la segretaria di Rifondazione ha subito commentato divertita che si doveva trattare di uno scherzo da me architettato. Finché non hanno scoperto che il convegno con la Vincenzi era una cosa reale e di cui andiamo fieri. Nesci purtroppo ha sempre il torcicollo che lo porta a guardare indietro, a quando c’era ancora il Muro di Berlino. E a non capire che sabato ci sarà un confronto tra tre donne - la Terranova, la Rauti e la Vincenzi - di alto livello culturale, che dimostrerà come anche a Genova si può fare in modo che l’ideologia lasci spazio al confronto.

Anche tra avversari politici, non più tra nemici». Il fatto è che per Rifondazione la Vincenzi «va oltre persino quanto fatto da Cofferati a Bologna». E, anche se fa la sindaca, resta sempre una compagna. Niente nemici, molto disonore.
Diego Pistacchi

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