Cronache

Il campetto dei bimbi «sequestrato» a suon di pallonate

Al Mandraccio gruppi di marocchini se la prendono con chiunque passi se non trovano la struttura libera Il rischio di reazioni dei residenti

Il campetto dei bimbi «sequestrato» a suon di pallonate

Stefania Antonetti

Calcio di rigore, tiro e goal! Peccato però che i rigoristi non sono Totti, Grosso e Materazzi ma una ventina di marocchini che puntuali prendono a pallonate anziani e bambini in via del Molo nell'area Expò. E a denunciare gli incresciosi episodi sono proprio i volontari della polisportiva Mandraccio che gestisce il campo di calcio lungo la strada di accesso al Porto Antico. «Siamo stanchi ed esasperati - dichiara Guglielmo Aquilino, economo della polisportiva -. La maleducazione di questi ragazzi ha superato ogni limite, mettendo spesso e volentieri a rischio l'incolumità degli stessi passanti che pagano semplicemente il prezzo di scegliere via Del Molo come accesso all'area Expò».
I volontari spiegano che in estate l'impianto viene messo a disposizione dei bambini al di sotto dei quattordici anni, in modo completamente gratuito, chiedendo semplicemente il permesso di giocare; ma con un solo limite: attendere il proprio turno. Turni che sono regolarmente attesi anche dai marittimi e dai finanzieri che lavorano lì nella zona. Tutti insomma pronti a rispettare le regole. Malgrado ciò da cinque anni, puntuali come degli orologi svizzeri, ragazzi ma anche e soprattutto adulti (dai quindici ai trent'anni) di provenienza maghrebina, «stazionano» davanti al campetto e quando lo trovano occupato iniziano a tirare calci al pallone colpendo chiunque si trovi sulla loro direzione. Bambini e anziani compresi.
A nulla sono serviti i tentativi diretti a disciplinare l'attività e a responsabilizzare gli incauti «giocatori», che oramai da troppo tempo arroganti, minacciosi e violenti irrompo nel campetto (quando è libero) attraverso dei buchi nella rete di recinzione. Troppo impegnativo forse chiedere regolare autorizzazione a utilizzare lo spazio ricreativo. «Noi volontari non abbiamo mai negato a nessuno la possibilità di giocare qui - continua Aquilino -, ma ci sono delle regole che devono essere rispettate. E queste valgono per tutti». Abusi che ultimamente sfociano quasi sempre in una rissa giornaliera. E non mancano i rimedi «estremi»; come quello di tre giorni fa, quando un signore del palazzo antistante dopo avere visto prendere a pallonate violentemente una bambina, è sceso dal suo appartamento con una spranga di ferro minacciando gli stessi vandali. Così come lo stesso Aquilino che due mesi fa uscendo di corsa dalla polisportiva ha intimato ai marocchini di allontanarsi dopo che questi avevano cercato di entrare in campo devastando la rete di recinzione. Il risultato è stato sì quello di allontanarli dal campo, subendo in cambio però una minaccia a danno dei propri figli.
La «battaglia» contro la maleducazione e l'arroganza di questi bulli di quartiere continua; lo stesso Otello Parodi, presidente del Circolo Mandraccio, da anni combatte questo stato di cose, chiamando spesso le forze dell'ordine che non appena arrivano si trovano davanti ad un «fuggi, fuggi» generale.

Alcune mamme lamentano poi il fatto che se le guardie giurate che circolano nell'area «avvistano» un bambino giocare a pallone la prima volta lo avvertono, invitandolo a smettere, la seconda volta gli tolgono il pallone, mentre tranquillamente poco distante i marocchini continuano a tirare pallonate ai passanti.

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