CAMPIONATO A TUTTA INTER

Riccardo Signori

Buon giorno Cosmi, il campionato inizia e lei sta in tribuna. Da quanto non le capitava?
«Praticamente da sempre, da 17 anni: cioè da quando ho iniziato ad allenare».
Esperienza nuova...
«Capita! Meglio non drammatizzare. Quest’anno ho provato il primo esonero, ora provo la tribuna. In cinque mesi mi è successo tutto: è bastato poco, molto meno che ad altri».
Ed allora si diverta un po’: faccia il tecnico da palla magica. Come sarà il campionato?
«Per motivi diversi è diventato interessantissimo. La Juve in B porterà visibilità inaspettata e vantaggi per tutti. La penalizzazione delle grandi di serie A farà giocare un campionato nel campionato. Paradossalmente sarà più complicato e meno noioso di quelli visti negli ultimi anni dove, in testa come in coda, c’erano poca lotta e poche sorprese».
Sarà dura per la Juve? Ha la squadra per risalire?
«La Juve in B fa male solo a se stessa, non al suo mondo. Ma credo che le basti un anno. Non è detto che i giocatori bravi debbano trovarsi male, la squadra è attrezzata in tutti i sensi: ha gente di qualità e temperamento. Ce la farà, anche se con fatica».
In serie A ci sarà una squadra in meno per la lotta scudetto...
«Capirà! Da tre diventano due, cambia poco. Il Milan concede un vantaggio, per via della penalizzazione. Ma l’Inter sarebbe stata comunque in pole o alla pari».
Il Milan può realisticamente vincere il titolo?
«Può lottare, ma tanto dipende dall’Inter. Se l’Inter fa l’Inter non ce n’è. Basta che vinca i derby o non li perda. Il Milan dovrà sbagliare pochissimo».
L’Inter è attrezzata?
«Avrà una convinzione diversa dagli altri anni e la consapevolezza di essere una predestinata. E avrà un’altra motivazione: dimostrare di meritare quello scudetto che porta sul petto».
Dopo l’Inter, chi?
«Roma e Milan. Più la Roma perché non è penalizzata. Ma il Milan ha un organico più forte».
Milan un po’ limitato nei rinforzi...
«Lo dirà il campo. Certo, perdi Sheva e la tentazione vorrebbe che lo sostituissi con uno di ugual livello. Per Oliveira non ci sono grandi attese, ma potrebbe essere la sua fortuna. Quando Kakà arrivò, non era il Kakà di oggi. Vero, invece, che in difesa ci si attendeva di più. Aggiungo: fidatevi di Brocchi, un ritorno sottovalutato».
L’Inter è a posto?
«Non vedo ruoli scoperti, anzi qualcuno è perfin troppo coperto. Mancini è al terzo anno, conosce ambiente e giocatori, quest’anno ha tutto, a prescindere dalla presenza di Milan o Juve».
Chi attendere come giocatore sorpresa del campionato?
«Per tradizione i calciatori provenienti dal mondiale non rendono mai tanto. Magari qualcuno che non è stato protagonista. Direi Muntari: ha le qualità per essere importantissimo, l’ho allenato, lo conosco. Eppoi De Rossi, è uscito vincente dal mondiale ma lui si attendeva di più».
Qualcuno mollerà un po’, magari dopo aver vinto il titolo?
«L’unico che non corre mai questi rischi è Gattuso: gioca, ha giocato, giocherà sempre alla stessa maniera. Non c’è traguardo che lo condizioni. Sarà così anche a 40 anni. Nella Primavera del Perugia era il più piccolo, ma aveva già dentro queste cose».
È il simbolo di una certa Italia?
«L’Italia mondiale aveva anche gente come Pirlo, ma poi il capocannoniere è stato Materazzi. Significa che conta molto il gruppo. Nell’82 c’erano Conti, Antognoni e altri ma il simbolo è rimasto Rossi, il capocannoniere. Qui pure Lippi è stato arma vincente. Ha saputo dare motivazioni, che erano sue, a tutta la squadra».
A modo suo pure Materazzi è un simbolo...
«Materazzi è il contrario di quello che appare: sensibile, generoso, dolce. E nella vita ha sofferto. Certo, ogni tanto gli capita come a me: si chiude una valvola, il cervello va in tilt e fai stupidaggini. Per me resta il più forte difensore d’Italia, convinzione suffragata dal mondiale».
Una stella straniera che brillerà?
«Direi Figo che farà pesare classe e personalità».
Uno da seguire fra i nuovi della A?
«Voglio vedere Stellone: ha qualità tecniche e fisiche straordinarie. Potrebbe diventare un attaccante importante per il nostro calcio».
Toni e Gilardino: anno rischio?
«L’anno passato Toni ha fatto cose strabilianti, come nel precedente. Non è detto non si ripeta. Vedrete: segnerà gol importanti per salvare la Fiorentina.

Senza Sheva, Gilardino si sentirà più sereno e tranquillo».
La squadra sorpresa?
«Dico Catania. Tutti ne parlano, pochi ci credono. Io ci credo».
Per chi tiferà Cosmi?
«Pontevecchio, campionato di eccellenza, la squadra del mio paese».

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