Cestini stracolmi di spazzatura, bottiglie a terra e degrado in ogni angolo. Fotografia dell’area verde di viale Montenero. Fermo immagine da archiviare. Già, quell’area sarà recintata. Stop quindi alla movida notturna attorno al locale Mom. E avverte l’assessore Maurizio Cadeo non è la «solita promessa»: «Gli uffici di Palazzo Marino hanno già predisposto il progetto che tra qualche settimana diventa realtà. Impegno concreto perché quel fazzoletto di verde ritorni in possesso ai milanesi e, soprattutto, non sia più terra di nessuno».
«Fazzoletto di verde» che, continua l’assessore all’Ambiente, è rimasto «per troppo tempo abbandonato»: «Testimonianza impietosa che, finalmente, restituiamo ai cittadini, anche ripristinando la fontana che si trova al centro del giardino».
Ma le buone notizie non finiscono qui. Infatti, è ripreso il tour dell’assessorato all’Ambiente nei giardini e nei parchi cittadini. Viaggio con tanto di fotografo al seguito e lettere di «denunce» dei residenti. «Ogni giorno ne arrivano due, tre e la struttura dell’assessorato procede a un primo controllo. Poi, mi reco direttamente sul posto e verifico. Risultato? Sei-sette casi su dieci sono reali». Reale, ad esempio, il degrado del prato adiacente a viale Lucania - «erba bruciata non dal sole, sacchetti di immondizia gettati negli angoli, bottiglie e vetri rotti sparsi ovunque» -, di viale Ravizza e via Colonna, «sporcizia ovunque, spazi verdi completamente abbandonati». E, ancora, scenario desolante al giardino Cassina de’ Pomm - «quotidianamente c’è lo scarico dei rifiuti ingombranti» - e nelle aiuole della Rotonda, «si inciampa nelle bottiglie». Chiaro a tutti che a degrado si aggiunge degrado e la situazione esplode.
Be’, domandina, ma l’esercito dei netturbini che fa? «So che verrebbe voglia, chessò di addebitargli la responsabilità delle situazioni critiche ma, please, fanno quello che possono» replica l’assessore Cadeo. Come dire: «Sono consapevole delle situazioni, diciamo, intollerabili ma quel che serve è un cambio di strategia». Il numero uno all’Ambiente reclama cioè un’azione più «coinvolgente di Amsa» ossia «il problema non sta in capo ai lavoratori dell’azienda di via Olgettina». Traduzione: se Amsa non riesce a intervenire con giusta presenza e, in soldoni, con risultati scarsi, chi deve rispondere ai milanesi non sono certo i netturbini.
Messaggio davvero poco mediato che l’assessore di Alleanza nazionale lancia ai vertici dell’Amsa, già alle prese - dicono dagli uffici del sindaco - con una customer satisfaction dei servizi erogati dove il «grado di soddisfazione» rispetto allo svuotamento dei cestini, al lavaggio dei marciapiedi, alla pulizia filari alberati registra un voto negativo: meno 5,67 che significa i milanesi bocciano Amsa.
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