nostro inviato a Varsavia
Dispiaciuto, perché anche Veronica Lario «ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali». Ma anche irritato, perché il tutto è frutto di «una manovra montata dalla sinistra». Il giorno dopo il jaccuse della moglie, Silvio Berlusconi decide di giocare dattacco. E a Varsavia dove in serata parteciperà al Congresso del Ppe incrocia più volte i cronisti che lo aspettano in albergo invitandoli ad attendere la chiusura delle liste elettorali per le Europee. «Allora ripete vedremo chi ha ragione, vedremo se tutto questo non si trasformerà in un boomerang per la sinistra che ha costruito unaltra bufala».
Sono quasi le undici di mattina e il Cavaliere sembra pregustare il momento in cui i candidati saranno ufficializzati dopo che a via dellUmiltà sè passata una lunga nottata a setacciare la liste per evitare sorprese impreviste dellultima ora. Daltra parte, il premier è stato fino a tardi al telefono con i tre coordinatori raccomandando una verifica minuziosa dei curriculum, anche dei cosiddetti nomi «riempitivi» (i candidati che certamente non saranno eletti). Un controllo di cui stava per fare le spese Maristella Cipriani quando una ricerca su internet ha fatto saltar fuori le accattivanti foto di una sua omonima di 32 anni che di professione fa lescort.
Così, quando finalmente le liste sono ufficiali Berlusconi si ripresenta ai giornalisti serafico: «Visto? Ora tutti quei signori che hanno montato questa campagna stanno zitti e si chiudono da qualche parte per la vergogna ed il rossore oppure no?». È la fine di una giornata lunghissima nella quale il Cavaliere è stato un fiume in piena e non si è sottratto a cronisti e telecamere che chiedevano conto dello sfogo di Veronica. Per il quale Berlusconi ammette di essere «dispiaciuto», perché «anche la signora ha creduto a quello che hanno messo in giro i giornali». E a chi chiede se ci siano stati chiarimenti tra loro risponde citando un vecchio detto popolare: «Tra moglie e marito non mettere il dito». Le stesse parole, gli fanno notare, usate da Dario Franceschini. «Ma pensa sorride il premier finalmente ne ha detta una giusta». Nessuno sfogo, insomma, tuttal più una battuta scherzosa: «A volte, alle donne succede di essere un po nervose...». Si fa serio, invece, quando parla dei figli: «Mi vogliono un bene dellanima e credo di poter dire di essere tra tutti i genitori quello più amato».
«Bugie», dunque. Non solo sulle liste ma anche sulla ricostruzione della festa di compleanno a Casoria, nel Napoletano. E tanto non le ha gradite il premier che è intenzionato a non far cadere largomento oggi ma a ripresentarlo fino al voto di giugno di comizio in comizio. «Per la sinistra sarà un boomerang», ripete. Perché lidea del Cavaliere è quella di fare la campagna elettorale insieme alle candidate più giovani e portarle sul palco chiedendogli ogni volta se sono delle veline. «Gli passerò il microfono e saranno loro a rispondere, così dice Berlusconi faremo un figurone».
Poi, è lo stesso Cavaliere a presentare tre candidate. Prima la bocconiana Lara Comi, «una ragazza bravissima». Poi Licia Ronzulli, «già candidata alle politiche e prima delle non elette nelle Marche» che da anni «lavora in una clinica e fa missioni in Bangladesh». E infine Barbara Matera, conosciuta «tramite Letta» perché «è fidanzata con il figlio di un prefetto suo amico». «Vedrete - aggiunge - lei sarà la nuova Carfagna».
Si passa poi al seminario a via dellUmiltà che seguito dalle critiche della fondazione FareFuturo (vicina a Gianfranco Fini) e dal jaccuse di Veronica ha di fatto innescato la polemica. Una cosa, dice Berlusconi, «in cui io non centro nulla» e che «ha organizzato Frattini». Eppoi «non dovevano esserci tutte quelle ragazze», invece «da quelle del club Silvio cè a quelle del club Silvio ci manchi si sono passate la voce». Altro capitolo la festa di Noemi a Casoria, nel Napoletano. Che, dice Berlusconi, «non era certo una cosa piccante» altrimenti «non sarei andato in mezzo alla gente a farmi le foto». È stato il padre che «mi ha invitato al compleanno della figlia» perché «lo conosco da anni», è «un vecchio socialista» ed «era lautista di Craxi».
Tutte «bufale», insomma. Solo «disinformatia» e «strumentalizzazione assurda». Perché tutti i nomi fatti dalla «stampa di sinistra» Alloro, Ferranti, Gaggioli, Ravot, Restivo e Sozio alla fine non hanno trovato posto nelle liste.
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