Canfora l’indovino. Prima ti stronca e poi ti legge

Canfora è incredibile. Il «povero» Salvatore Settis dice che il papiro di Artemidoro è autentico, e lui, il più caustico degli antichisti, gli scatena contro una guerra fatta di cavilli linguistici. Anzi, di più, blocca metà della stampa italiana a discutere sul calligrafo Costantino Simonidis. Anche parlare di Stalin, o di Pci, o di qualsivoglia cosa finisca in «ismo» è piuttosto complesso. Ma lui, quello a cui i giornali appiccicano sempre l’aggettivo di autorevole, arriva e dice la sua. Quella giusta per definizione. Adesso però il campo d’indagine - già enorme - del professore si è ampliato. C’è finita in mezzo anche la Sindone. O meglio, non è che Canfora la studi, piuttosto smonta gli studi altrui. Gli basta un’occhiatina.
Cioè, mettiamo che uno studioso francese, Thierry Castex, e una divulgatrice italiana, Barbara Frale, si azzardino a sostenere che una particolare scritta in aramaico sul lenzuolo della Sindone sarebbe una prova del fatto che vada datata prima del 70 d.C. Mettiamo anche che stiano per pubblicare un libro sull’argomento intitolato I Templari e la Sindone di Cristo (uscirà a novembre). Non fanno in tempo a raccontarlo a La Stampa che Canfora si adombra e interviene.
Sia ben chiaro, il libro non l’ha letto. Non gli serve. Gli basta una letturina del giornale e zac: «Viene in mente la novella di Boccaccio su Frate Cipolla e la piuma dell’Arcangelo Gabriele». Che è il modo che usano le persone colte per dare agli altri dei ciarlatani che abusano della fede altrui.
E quando Barbara Frale si è difesa facendo notare che per stroncare un lavoro scientifico non ancora pubblicato ci vuole la sfera magica (roba più alla Harry Potter, insomma, che da seri accademici) Canfora ha risposto in maniera garbatissima. L’attacco del suo pezzo: «Il sanfedismo potrebbe definirsi la malattia infantile della religiosità, per parafrasare una celebre espressione a tutti nota. Nel tempo nostro stiamo assistendo al declino della razionalità e al ritorno in grande stile di questa malattia...».
Insomma la Frale e Castex sono stati subito derubricati al rango di pericolosi oscurantisti religiosi. Tolto il fatto che tra un sanfedista e un giacobino qualcuno potrebbe preferire a buon diritto il sanfedista, resta che Canfora si sente in diritto di accusare di ottusa superstizione chiunque non la pensi come lui. Quanto a spiegare come fa a stroncare i libri in anticipo, tralascia.


Del resto un antichista come lui sa tutto sull’arte aruspicina e non deve spiegazioni a banali esseri umani. Di quelli che studiano e parlano di una cosa per volta. Quindi, meglio tacere e aspettare la sua prossima stroncatura. Magari di un libro che esce nel 2014.

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