Cani, sceriffi e telecamere: Milano tutela la sua «tube»

Varato un pacchetto di misure dopo il Comitato per la sicurezza: vigilanza anche in aeroporti e ferrovie

Cani, sceriffi e telecamere: Milano tutela la sua «tube»

da Milano
Maggiori controlli, utilizzando guardie giurate affiancate da cani addestrati e tecnologie, telecamere nei mezzi pubblici di trasporto. Estensione del «campo» per cellulari anche in metropolitana per permettere alle forze dell’ordine di comunicare. Piani di coordinamento tra varie centrali per velocizzare i soccorsi. Infine simulazioni per insegnare alla popolazione come comportarsi in caso di attentati.
È quanto emerso ieri al termine del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, a cui hanno partecipato il prefetto Bruno Ferrante, il sindaco, Gabriele Albertini, il questore Paolo Scarpis, i comandanti provinciali di carabinieri, Cosimo Piccinno, e Guardia di Finanza. Comitato che presto diventerà una commissione tecnica, con l’allargamento dei gestori della telefonia, dei responsabili dei trasporti, i dirigenti di Protezione civile, Croce rossa e vigili del fuoco.
«Non dobbiamo avere paura; così facendo asseconderemo le strategie terroristiche - ha esordito Ferrante - e a noi spetta vigilare sulla città, senza sconvolgere la vita quotidiana». Grazie appunto a una sorta di «pacchetto sicurezza» enunciato in alcuni punti fondamentali.
La sorveglianza in metropolitana, considerato l’obiettivo maggiormente a rischio insieme ai sistemi ferroviario e aeroportuale, sarà garantita da guardia giurata con cani addestrati a fiutare l’esplosivo, che comunque affiancheranno polizia, carabinieri e vigili urbani. Il Comitato ha poi considerato insufficienti le 1.500 telecamere già installate nelle quattro reti della metropolitana milanese. Pertanto altre saranno montate sulle carrozze, collegandole, insieme a quelle già in funzione, al sistema di registrazione. Visto quanto successo a Londra, dove fu attaccato anche un bus, guardie giurate, cani e telecamere potrebbero entrare in funzione anche sui mezzi di superficie. Sempre in metrò poi è necessario poter comunicare in fretta, per questo i gestori della telefonia mobile saranno invitati ad estendere la rete per consentire le comunicazioni anche sotto terra.
L’iniziativa sembra cozzare con quella della polizia americana che invece ha proibito l’uso dei telefonini nella «underground» perché potrebbero servire per azionare a distanza i detonatori delle bombe. Evidentemente i responsabili milanesi della sicurezza ritengono prioritarie le comunicazioni tra le forze dell’ordine, rispetto al rischio dell’uso «terroristico» del cellulare.
Indispensabile in casi di emergenza la massima efficienza dei sistemi di soccorso. Per questo il Comitato provinciale sarà allargato a Protezione e civile, pompieri e Croce Rossa. Chi deve muoversi in caso di crisi deve sapere esattamente cosa fare senza perdere anche solo un secondo.


Infine l’esercitazione, già proposta dal prefetto di Roma Achille Serra e ora ripresa anche da Ferrante. Dovrebbe servire sia per testare il grado di risposta delle istituzioni sia per insegnare ai cittadini come sfollare in fretta e senza panico luoghi come la metropolitana.

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