Cannavaro bomber toglie l’affanno a una piccola Juve

(...) Lui, Cannavaro, ora se la godrà pensando di aver aggiunto una perla al suo guinness, non avendo mai realizzato una doppietta in campionato (quest’anno le reti sono tre). Gli altri (Capello in testa) si guarderanno intorno con l’aria di chi potrà dire: scampato pericolo.
Però nella storia della Juve di quest’anno c’è un filone che fa leit motiv: contro le piccole c’è sempre qualche problema da superare, qualche tentazione da narcotizzare, un po’ di sofferenza prima di respirare a pieni polmoni aria di successo. Era già successo a Torino, qualche volta fuori casa. Eppur ieri l’Empoli, almeno in questo, ha battuto tutti tenendo in scacco la capoclassifica per trequarti di partita. Niente male, nella forma e nella sostanza. La sostanza dice che, dopo due minuti, Almiron ha cavato dal piede una punizione d’artista. Tanto da lasciar tutti imbambolati e straniti. Buffon per primo: nulla avrebbe potuto, ma nulla ha fatto. Non poteva esserci inizio più strano per la squadra, ma anche per la tranquillità del portiere che ha visto poco d’altro ma nelle uscite ha provocato qualche brivido.
La forma dice, invece, che la Juve ha abbassato i giri del motore, ed ha dovuto lottare e soffrire. Trezeguet non ci ha preso mai, Del Piero si è svegliato nel quarto d’ora finale rifilando due palloni sulla traversa. Sulle fasce ha corso tanto Balzaretti, salvo vedersi ringraziato con la sostituzione. Camoranesi ha tenuto in piedi la vena d’attacco, pasticciando qualcosa nel primo tempo, regalando giocate più decisive nella ripresa. In realtà la Juve non ha mai rischiato di subire il raddoppio, ma dopo aver rimesso in sesto il match con quel guizzo da pesce di Cannavaro ad infilare testa sul pallone (cross di Camoranesi), ha faticato a trovare spazi e illuminazioni per il raddoppo.
Dunque partita in equilibrio fino a un quarto d’ora dalla fine, con sceneggiatura prevedibile: la Juve tira di più, l’Empoli quasi niente. Però la squadra di Cagni ha saputo ben sfruttare il suo gol lottando con gran voglia fisica, senza mai mollare metri e tenendosi stretto nell’assetto difensivo. Idea da scuola calcio ancien régime, quando le provinciali mettevano davvero alla prova cannoni e cannonieri avversari. Peccato che in porta ci fosse pelatone Berti, uno che si nota anche senza la pelata: ieri, come gli è capitato in altre squadre, ha regalato brividi e delusioni. Ha cominciato con uno sfarfalleggiamento da impenitente pasticcione. Poi non l’ha finita più, restando di sasso anche sulla seconda capocciata di Cannavaro: cross di Del Piero, il difensore si è trovato con Ficini incollato alla maglia (ma lui è esperto in materia) e ne ha cavato la stilettata al pallone che Berti ha guardato con beata indifferenza. Dicono che Cagni avesse il dubbio sul fidarsi di lui o di Balli. Ed ha scelto lui. Pensate l’altro!
Certo, non tutto può dipendere dalla scelta infelice di un portiere o da qualche lamento (Riganò avrebbe subito un fallo prima del raddoppio). Per esempio, la Juve ha dimostrato che il suo centrocampo sta cominciando ad ansimare: Emerson e Vieira hanno giocato con i piombi in tasca. E tutta la squadra non ha preso ritmo. La Juve del primo tempo, non se la sarebbe passata bene contro chiunque: troppo lenta e senza cambi di ritmo.

Quella della ripresa è stata più consistente, vigorosa, aggressiva. Infine miracolata da Cannavaro. Ognuno ha i miracoli che si merita, ma non sarà un caso se la Juve è giunta alla quattordicesima partita di fila vinta in casa.

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