Carmine Spadafora
da Napoli
L'incubo della serie C, durato due anni, finisce per sempre alle ore 16,58, quando l'arbitro Denis Salati di Trento fischia la fine di Napoli-Perugia. Gli altoparlanti dello stadio San Paolo, diffondono la voce di Massimo Ranieri con il suo 'O surdato 'nnammurato: il Napoli è tornato in serie B. E la partita, grazie a Rai International, è stata vista praticamente in tutto il mondo. La vittoria per 2-0 - quasi una formalità - sulla squadra umbra e la contemporanea sconfitta a Chieti del Frosinone, il più immediato degli inseguitori degli azzurri di Eddy Reja, gli hanno consegnato con 3 giornate di anticipo la promozione nella seconda serie.
Festa grande nonostante gli inviti dei capitifosi a non fare baldoria «perché una squadra di rango come il Napoli non ha nulla da festeggiare quando arriva fino all'inferno della serie C», spiega un ultrà.
Certo, non sarà stata l'apoteosi del primo dei due storici scudetti targati Maradona e Careca ma gli ottant'anni - virtuali visto che il Calcio Napoli non esiste più, sostituito dopo il fallimento dal Napoli Soccer di Aurelio De Laurentiis - andavano celebrati per lo meno con un campionato da disputare in serie B anche se, non si sa bene in base a che cosa, sono in molti a sperare in un balzo - stile Fiorentina - direttamente in serie A.
Gli occhi sul rettangolo del San Paolo, un orecchio alla radiolina per seguire Chieti-Frosinone. La festa ha inizio al 16 del primo tempo quando, via radio arriva la notizia del Chieti in vantaggio. Adesso tocca al Napoli non deludere e la risposta arriva 5 minuti più tardi, quando Calajò butta in rete di testa un perfetto cross di Bogliacino. Festa sotto la curva e partita quasi archiviata. Il sigillo lo mette al 22 del secondo tempo Capparella: cross di Grava, velo di Bogliacino - ancora lui - e gol del 2-0. Impazziscono i sessantamila del San Paolo, folli di gioia i ragazzi di Reja. Tutti, tranne Cupi e Iezzo, vanno sotto la curva ad esultare.
Ma, affinché la festa abbia inizio, manca solo un «dettaglio»: la sconfitta del Frosinone a Chieti. La certezza arriva al 35 quando via radio arriva la notizia del secondo gol della squadra di casa. A quel punto il San Paolo diventa una bolgia, si aspetta solo il triplice fischio di Salati per dare il via ai festeggiamenti. Ma nei 10 minuti che mancano alla fine, ecco l'imprevisto che rischia di mandare all'aria un momento a lungo atteso: in curva B vengono stesi 22 striscioni, sfondo bianco, scritta in rosso e nero: «Carraro infame». Salati sospende la partita per 3 minuti mentre le due curve ritmano «Carraro pezzo...». Dopo 8 minuti di recupero, Salati fischia la fine del match: gli altoparlanti del San Paolo diffondono le canzoni più care ai tifosi azzurri: oltre a 'O surdato 'nnammurato, anche I ragazzi della curva B del loro idolo Nino D'Angelo e 'A città e Pulcinella.
Spariscono gli striscioni anti Carraro, sventolano a migliaia le bandiere azzurre mentre nel cerchio di centrocampo esplodono i fuochi pirotecnici.
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