(...) Idem, per la Costa. Nel mondo delle crociere, la Costa è una griffe che si è saputa conquistare credibilità e ammirazione. E quindi quello che è successo a Marghera nei giorni scorsi, con lannullamento della cerimonia di consegna della Costa Luminosa per il timore di manifestazioni della Fiom e dei centri sociali, credo sia unenorme sconfitta per tutti. Soprattutto per Genova, città centrale per le due società coinvolte. Che - come sempre - avevano fatto tutto a puntino, persino nei più piccoli particolari, persino negli inviti con il codice a barre.
Invece. Invece quattro frasi.
Prima. Il comunicato Fincantieri: «Siamo sicuri che queste modalità di lotta aiutino a raggiungere lobiettivo o, piuttosto, non contribuiscano a creare un clima che rende ancora più difficile acquisire nuovi ordini e quindi evitare che in futuro debbano essere assunte decisioni traumatiche, così come sta avvenendo in moltissime aziende in Italia e allestero? La difesa dei lavoratori non passa prima di tutto dalla difesa del posto di lavoro?».
Seconda. Le parole dellamministratore delegato di Costa Crociere Pier Luigi Foschi: «Episodi come la cancellazione della cerimonia di consegna della Costa Luminosa possono far venire dubbi sugli ordinativi futuri a Costa e al suo azionista di riferimento, il gruppo Carnival. È incomprensibile per un americano come il presidente di Carnival Mickey Arison - che già a inizio aprile ha dovuto attendere alcune ore in albergo per poter visitare la nave in cantiere, sempre a causa di un picchettaggio sindacale - assistere a ciò in un momento come questo di crisi mondiale, in cui molti cantieri navali sono vuoti».
Terzo. Le parole del leader della Fiom Giorgio Cremaschi: «Se non sarà ripresa la trattativa sindacale o Fincantieri non accoglierà la richiesta di mettere ai voti lintegrativo sottoscritto da Cisl e Uil, faremo una manifestazione nazionale e uno sciopero. E se non basterà andremo a Sestri Ponente per la consegna di Costa Pacifica».
Quarto. La risposta ulteriore di Fincantieri: «Ci sembra che Cremaschi continui a scherzare con il fuoco, inducendo i lavoratori a non andare da nessuna parte, se non alla rovina, tenendo conto del momento di crisi e del rischio reale che gli armatori si intimoriscano dinanzi alla incomprensibile radicalità della Fiom e ordinino le loro navi altrove. Ribadiamo che i salari in Fincantieri sono tra i più alti del comparto metalmeccanico.
Rileggete con calma la prima, la seconda, la terza e la quarta frase. Poi, traete le conclusioni.
Signori, attenti. Qui ci si scotta davvero.
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