Caos Ma ai rivoltosi mancano leader e piani d’azione

BregaGli uomini armati sono fermi a un incrocio nella cittadina di Brega, 200 chilometri a est di Bengasi. Hanno combattuto nelle stesse strade soltanto 24 ore prima contro i sostenitori del colonnello Muammar Gheddafi. «Fra pochi giorni marceremo verso est», dice la maggior parte degli uomini fermi in mezzo alla strada che attraversa il deserto. Un gruppo di ragazzini sul tetto di un basso edificio maneggia con fare poco esperto lanciarazzi. Molti giovani indossano la mimetica. Non fanno parte dell’esercito: sono volontari, partiti alla guerra con grande entusiasmo e poca strategia. La maggior parte si è presentata agli addestramenti militari che, da Bengasi a Baida, sono organizzati dai comitati militari locali. Le forze anti-regime appaiono ancora poco organizzate militarmente. Due giorni fa, quando la notizia dei combattimenti a Brega ha raggiunto l’est, centinaia di uomini armati di kalashnikov e fucili si sono mossi verso la cittadina. Nessuno però può confermare se ci fosse un ordine di attacco. O spiegare quali siano i piani d’azione. «Stiamo aspettando direttive da Bengasi», dice Mansour Urfali, 37 anni, fucile alla mano.

Difficile inoltre capire quale sia il grado di coordinamento tra gli ufficiali dell’esercito libico, che hanno sostenuto la rivoluzione, e i giovani partiti a combattere. A settimane dall’inizio della rivolta, non è ancora emerso il nome di una guida militare o politica, nonostante la creazione di diversi comitati e consigli in tutte le città dell’est.

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