Capello in tregua olimpica «Una sfida importantina»

Alessandro Parini

da Torino

Mente sapendo di mentire, Fabio Capello: «Match-point? No grazie». Con il sorriso sulle labbra e l’animo sereno, forte dei nove punti di margine sull’Inter, il tecnico bianconero rilascia dichiarazioni cosparse di zucchero e miele. Nessuna polemica con Mancini, l’Inter o chissà chi. Una specie di tregua olimpica la sua, nella settimana in cui Torino e l’Italia si sono cibate più che altro della manifestazione a cinque cerchi dimenticando un minimo, se possibile, i veleni del calcio. «Non sarebbe male se continuasse», si è auspicato don Fabio. La Juve va a Milano con l’animo sereno di chi sa di avere due risultati su tre a disposizione: «Ma spero che i miei giocatori non siano poi troppo tranquilli, perché altrimenti ci sarebbe il rischio di comportarsi con leggerezza e di commettere errori non abituali. Meglio mettere le mani avanti, allora. Avvisare Buffon & C. dei rischi che restano comunque dietro l’angolo, «perché l’Inter è squadra con gente brava davvero. Figo? Non ci voleva Marconi per capire che avrebbe fatto una grande stagione: lo avevo detto già in estate, ma non ho fatto altro che tenere a mente le sue prestazioni della stagione passata. Per questo, non mi stupisco del rendimento che sta tenendo ultimamente».
Figo, ma ovviamente non solo Figo. Un’Inter che preoccupa? «È una partita importantina (dice proprio così, ndr), ma non credo possa essere già decisiva: dovremo affrontare ancora tante squadre che stanno crescendo e che avranno obiettivi importanti da raggiungere fino a fine stagione. Poi, non dimentichiamo che di qui a una decina di giorni riprenderà anche la Champions League con tutto quel che ne consegue. Certo, mantenere queste distanze sarebbe importante». Tre punti, in ogni caso, chiuderebbero il conto per la corsa al tricolore checché ne dica l’allenatore bianconero. In campo, ci sarà una Juve con qualche acciacco fisico: Zambrotta è ko per una ventina di giorni, Ibrahimovic e Trezeguet (soliti problemi ai tendini, non alleviati dai terreni duri di questi tempi: anche ieri, il francese è uscito dal campo zoppicando leggermente e comunque in anticipo rispetto ai compagni) non stanno benissimo ma dovrebbero comunque iniziare dal primo minuto, anche se l’ipotesi Del Piero non va per nulla trascurata. In difesa l’ipotesi più accreditata – dopo che lo stesso Capello ha bocciato quella della difesa a tre - prevede a destra Balzaretti e a sinistra Chiellini (che, causa problemi muscolari, non gioca da un mese esatto), con Pessotto prima opzione di riserva.
Come si può intuire, non il massimo per fronteggiare il Figo sfavillante di cui sopra: «Ma al di là di qualche problema fisico, sono convinto che la mia squadra stia bene» garantisce Capello. Fingendo di ignorare che, Ascoli a parte, la Juve delle ultime settimane ha faticato a battere l’Empoli che aveva appena cambiato allenatore, ha superato l’Udinese grazie a una discutibile direzione arbitrale del signor Dattilo, non è andata al di là del pareggio contro il Parma e avrebbe probabilmente perso se Palanca avesse fischiato il rigore per fallo di Cannavaro su Corradi pochi minuti prima della fine del match. Stasera, davvero, si capirà se la Signora è in flessione oppure no. In un’atmosfera che sarà ovviamente particolare, ma che Capello (a secco di vittorie in casa dell’Inter da dodici anni) ammette di gradire: «Io sono per un calcio leale, ma agonisticamente vivo. Le polemiche non mi piacciono e cerco di evitarle, ma in campo ce le si può anche dare pur rimanendo nella lealtà sportiva.

L’arbitro? Fossi in lui, sarei tranquillissimo: peraltro, Paparesta è un direttore di gara giovane, bravo e di grande personalità». Captatio benevolentiae servita su un piatto d’argento: ma, nella settimana olimpica, non è concesso pensar male.

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