Capitan Padania odia Neo Pulcinella

L’anno scorso, sull’onda del successo che il grande wrestling americano riscuoteva anche in Italia, qualche furbastro pensò di mettere in piedi un bozzettistico wrestling all’italiana. Spuntarono così «atleti» del calibro di Capitan Padania (una via di mezzo tra Mastro Lindo e una camicia verde agli ordini dell’onorevole Borghezio) e Neo Pulcinella (nella foto) che saliva sul ring «armato» di pizza, spaghetti e mandolino. Sempre nel nostro Paese ci fu chi pensò anche di aprire una «scuola per baby wrestler», assicurando che «il wrestling sarà lo sport del domani» e che quindi «i bambini andrebbero avviati subito a questa disciplina dai grandi valori umani e agonistici».

Ma dal 2007 a oggi le cose sono cambiate: il boom di vendite delle tre versioni di figurine dedicate al wrestling (laminacard, smackdown e stickers) si è sgonfiato, esattamente come si sono ridotti gli ascolti per il wrestling in tv. Gli ultimi picchi di ascolto si sono registrati in occasioni delle tragiche morti di due personaggi-simbolo del mondo del wrestling: Chris Benoit ed Eddie Guerrero.

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