Capitan Totti e Buffon umiliati dagli allenatori poveri di idee

Non risulta che i bambini facciano la raccolta di figurine degli allenatori. Eppure i nostri docenti di football, nel senso di allenatori, pensano di essere più importanti, più decisivi, più saggi dei loro dipendenti. C’è poi il caso di quelli, porto gli esempi di Delneri e di Ranieri, che non guardano in faccia a nessuno e sbagliano. Perché mandare in campo per sessanta secondi Francesco Totti o spedire in tribuna Gigi Buffon non sta né in cielo né in terra, perché sia Totti sia Buffon hanno fatto la cronaca e la storia della Roma e della Juventus e pure della nazionale mentre non risulta, almeno per il momento, che i succitati allenatori, pur rispettabili professionisti, siano ancora entrati nell’album di famiglia giallorossa e bianconera.
Non è il caso di tornare ai sei minuti di Gianni Rivera, il capitano del Milan se la doveva vedere con Sandro Mazzola non con Vucinic, Menes, Storari o Manninger. Dunque qualcuno dovrebbe darsi una regolata e questo qualcuno è l’allenatore moderno (Valcareggi venne preso a pernacchie e pomodori per quella staffetta mondiale), questo qualcuno, Ranieri, Delneri, Capello, Sacchi, Ancelotti, Mourinho, Zeman, Leonardo, scegliete il vostro idolo, non può incantare se non i gonzi.
Il kamasutra tattico soddisfa i poveri di idee concrete e pratiche, Totti è stato mandato in campo, lo ha detto lo stesso Ranieri con questa clamorosa considerazione «… vediamo se con uno dei tuoi colpi risollevi la partita…». Ma quali colpi? Quale partita? Eccola la verità: si prepara la partita, si studiano gli avversari, si disegnano le ripartenze, si va di densità e di diagonali e poi si chiede a San Gennaro di fare il miracolo. A proposito, a Napoli Delneri ha scelto di formare la coppia di attacco Amauri-Toni lasciando in panchina Alessandro Del Piero. È il calcio moderno, bellezza, è il football di quelli che fanno ballare le tre carte, chi ci casca paga.


Direi che la commedia è davvero buffa, i bambini li guardano e, per fortuna loro e nostra, continuano a giocare con le figurine dei calciatori che almeno, con i loro colpi, risollevano le fantasie e le partite. Quando un giorno, lontano spero, un ragazzino chiederà in dono l’album delle figurine degli allenatori allora avverrà la svolta. E sarà la fine. Per ora siamo soltanto al ridicolo.

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