RomaAlla vigilia del discorso del premier e del voto di fiducia alla Camera, Gianfranco Fini ha consultato ieri Giulia Bongiorno per ricapitolare i problemi della giustizia sul tappeto, dal lodo Alfano al processo breve, dalle intercettazioni alla separazione delle carriere alla riforma del Csm. Un incontro a Montecitorio, nel pomeriggio, per ascoltare il parere della presidente della Commissione Giustizia e preparare uneventuale replica a quel che dirà Silvio Berlusconi.
Di un consigliere sulla giustizia, sempre il punto più delicato e più caldo del confronto con il Pdl, Fini ha più che mai bisogno. E così di un legale per le sue vicende personali, legate alla casa di Montecarlo e non solo. In questo doppio ruolo al suo fianco cè più che mai Giulia Bongiorno. Nei giorni scorsi il presidente della Camera ha riconfermato pubblicamente la sua fiducia nellavvocato-deputato, sua amica personale e madrina delle due figlie Martina e Carolina. Ha così smentito le voci su una sorta di allontanamento, che avrebbe favorito il salire delle quotazioni dellavvocato-senatore Giuseppe Consolo.
«Le insinuazioni pubblicate su alcuni quotidiani - ha fatto sapere il gruppo di Fli - sono del tutto infondate, malevole e prive di qualsiasi aggancio con la realtà, non avendo Fini in animo né di cambiare legale né di affiancare alcuno allavvocato Bongiorno». Tutto questo, ribadendo la «massima stima, sul piano personale, professionale e politico: una fiducia che non è mai stata messa in discussione ed anzi è cresciuta nel tempo». Ci ha anche tenuto a chiarire che lunica candidata di Fli per la presidenza della Commissione Giustizia è la Bongiorno. Una precisazione importante, visto che la prossima settimana si apre la partita per il rinnovo delle commissioni e si diceva che una delle poltrone in bilico fosse proprio quella del plenipoteziario per la giustizia di Fini. Secondo lultima indiscrezione, in realtà, si andrebbe verso la riconferma di tutti i presidenti, per svelenire il clima nella maggioranza. Quella di Consolo sarebbe stata unautocandidatura, sia come legale sia al vertice della Commissione Giustizia, nata dalla convinzione che la Bongiorno già la prima volta gli avesse scippato la poltrona. Ma ora dal Pdl gli avrebbero spiegato che le cose non sono mai state in questi termini.
La Bongiorno è ora in prima fila sul piano della mediazione. Dopo un agosto passato in gran parte nella casa di Fini ad Ansedonia, per consigliare e sostenere il leader, ha avuto mandato di trattare con Ghedini, plenipotenziario per la giustizia di Berlusconi, per una massima accelerazione dei tempi per il Lodo Alfano. Ma dopo diverse riunioni preparatorie tra i due e con il ministro della Giustizia Alfano, tutto è saltato il 22 settembre, quando Fini ha accusato il premier di essere il mandante della campagna di «dossieraggio» sulla vicenda di Montecarlo.
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