Il capo dello Stato paralizza la Regione

Diego Pistacchi

La sinistra pigliatutto si accorge di aver esagerato e di rischiare l’indigestione. E la voglia di conquistare anche la prima carica dello Stato ha qualche conseguenza pure in Liguria, da dove partiranno il presidente regionale Claudio Burlando, il suo secondo Massimiliano Costa e, per l’opposizione, Luigi Morgillo, con il ruolo di «grandi elettori», con il compito cioè di affiancare deputati e senatori per la scelta del nuovo presidente della Repubblica. Il fatto è che in Regione qualcuno si è accorto che senza capo e vice non si può andare avanti e ha deciso di mettere la Liguria in stand by. È Mino Ronzitti, il presidente diessino di tutti, a voler anticipare le lagnanze dell’opposizione sull’assenza dei massimi esponenti della giunta al prossimo consiglio. È lui che riunisce il suo gabinetto e decide di rinviare la seduta di una settimana. Il 9 maggio niente consiglio, ci si rivede tutti il 16. Anche perché, mettendo in conto qualche altra defezione sempre possibile, ci potrebbe stare anche il rischio di far venire meno il numero legale dei consiglieri. L’assenza di Burlando e Costa, chiarisce Ronzitti, «impedirebbe la trattazione di alcuni argomenti all’ordine del giorno».
Gianni Plinio, che non si tira mai indietro quando c’è da bacchettare presidente e assessori quando brillano per la loro assenza, sorride sornione. Il fiato e le freccette risparmiati per far notare le due poltronissime vuote non li tiene in serbo per il futuro. E attacca: «Evidentemente chi faceva notare che la scelta del presidente e del suo vice per rappresentare la sinistra era eccessiva, non parlava a vanvera - ricorda il capogruppo di An -. Anziché assecondare a tutti i costi le ambizioni personali dei due esponenti di Ds e Margherita, sarebbe stata più opportuna una scelta più ponderata. Almeno uno dei due avrebbe potuto fare un passo indietro. E se l’elezione del capo dello Stato richiedesse molte sedute? Per quanto gli interessi dei liguri dovranno essere tenuti nel congelatore?».

Passi poi per il vicelìder Massimiliano, che è al suo esordio su uno scranno che conta, ma Claudio Burlando il presidente lo ha già eletto, le poltrone di Montecitorio le conosce. E oltretutto per l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi fu sufficiente una giornata, stavolta la strada sembra più lunga. Si torna al problema della sinistra pigliatutto.

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