Cappellacci: «Bugie in abito di velluto»

nostro inviato a Cagliari

Fa fatica a fare la faccia cattiva Ugo Cappellacci: «Ma mi sono davvero rotto di sentire tutte queste bugie in abito di velluto». Il candidato del centrodestra scuote la campagna elettorale per le regionali in Sardegna e va all’attacco diretto di Renato Soru. «Se lo conosci lo eviti – sibila sfruttando uno slogan anti-Aids –. E in questi cinque anni sono convinto che gli elettori hanno imparato a conoscerlo». Quello che pensa Cappellacci del governatore dimissionario è riassunto in un filmato di 11 secondi proiettato ai giornalisti nella sede del comitato elettorale e che già spopola su Youtube: si vede un bel palloncino rosso con la scritta «Meglio Soru», lo slogan del 2004 scongelato cinque anni dopo, che si affloscia. Palloncino sgonfiato.
L’offensiva di Cappellacci è un dossier sui quattro anni di presidenza regionale di Mister Tiscali. Il quale ha spedito alle famiglie dell’isola un opuscolo in carta patinata («Bilancio del governo della Regione 2004-2008») dove elenca i propri meriti. «Un pamphlet pagato dai contribuenti farcito di cifre prive di riscontro – accusa il candidato del Pdl –. Non c’è un dato di fonte Istat. È un’autocertificazione».
Sostiene Soru che «le politiche regionali hanno accompagnato il processo di creazione e mantenimento dei posti di lavoro». Cappellacci sventola una copia dell’Unione sarda di ieri che titola: «Un’isola di cassintegrati». «Secondo l’Agenzia regionale del lavoro il tasso di disoccupazione è salito dall’8,7 al 13,5 per cento in sei mesi. Secondo l’Istat i disoccupati nella regione sono cresciuti dagli 84mila del 2004, anno delle ultime elezioni, ai 106mila del 2007 – specifica –. Ventiduemila in più, e la crisi attuale era lontanissima».
Soru si era impegnato ad attuare «politiche specifiche per l’eliminazione della povertà». «Invece l’indigenza in Sardegna è raddoppiata – dice Cappellacci – passando dal 13,3 al 23 per cento. Le famiglie che hanno un reddito inferiore alla soglia di povertà, cioè 1.700 euro al mese, è passato dalle 82mila del 2003 alle 151mila di quattro anni dopo. Solo tra il 2006 e il 2007 i poveri sono cresciuti di centomila unità. E crescono coloro che si indebitano non per pagare le rate del mutuo ma per acquistare cibo e abiti».
In questi anni la produzione regionale è aumentata a un ritmo inferiore sia rispetto all’Italia nel suo complesso sia alle altre regioni del Mezzogiorno. Ed è diminuita anche la spesa delle famiglie per gli alimentari: i 453 euro mensili del 2005 sono scesi a 434 nel 2007. La stessa tendenza hanno fatto registrare i consumi non alimentari. La Sardegna fa più fatica ad arrivare in fondo al mese che il resto d’Italia. I piccoli comuni si spopolano e lo sviluppo turistico è bloccato.
Insiste Cappellacci: «Soru parla di cinque nuovi ospedali. Non ne abbiamo visto neppure uno. È vero che la spesa sanitaria è stata ridotta, ma a prezzo di chilometriche liste d’attesa per visite ed esami». Parallelamente è cresciuta da 54 a 64 milioni la spesa annua sostenuta dai sardi per i cosiddetti «viaggi della speranza», cioè per curarsi fuori regione. Altra «bugia in abito di velluto»: i treni Cagliari-Sassari. «Soru dice che grazie a lui il viaggio dura due ore. Ma quando? Oggi ci vogliono almeno tre ore. Non date ascolto all’ex presidente se dovete fissare un appuntamento».
Cappellacci punta a un pacchetto di provvedimenti da attuare nei primi cento giorni: «Niente ricette miracolistiche, è inutile illudere gli elettori annunciando idee irrealizzabili o soluzioni in tempi brevi. Il centrodestra è fatto di gente seria, puntiamo a governare dieci anni». Ma alcuni segnali immediati saranno dati entro tre mesi dal voto. Sorvegliato speciale è il Piano paesaggistico regionale voluto da Soru che ha paralizzato l’attività edilizia, allontanato turisti e depresso l’economia: «Convocheremo tutte le parti in causa, esamineremo le criticità e le elimineremo in pochi giorni.

Ridaremo ossigeno alla fiammella dell’edilizia, un comparto trainante, secondo i criteri di tutela ambientale previsti dal Codice Urbani. Prenderemo misure a sostegno delle famiglie numerose e in difficoltà sull’esempio della Lombardia. E vareremo un piano di interventi per le imprese».

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