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Capriati ancora sull’orlo dell’abisso

«Quando vado in campo so di avere di fronte delle tenniste molto più grandi di me, ma in realtà io so di essere grande come loro». Papà Stefano dice che adesso va tutto bene, eppure invece no, nella vita di Jennifer Capriati le cose non sono andate come lui avrebbe voluto. Lui. Jen ieri era rinchiusa in un’ospedale della Florida, sacrificata sull’altare dei siti di gossip così come lo è stata per anni in quello del mondo del tennis. Overdose, forse, o chissà un nuovo tentativo di suicidio, e sarebbe il terzo. Un’altra richiesta di aiuto in realtà, di una bambina diventata vecchia troppo presto dopo aver mancato pochi passanti in campo ma troppi passaggi della vita. Jennifer era «l’ottava meraviglia»: a 13 anni e 11 mesi - quando rilasciò l’intervista di cui sopra - giocò e quasi vinse il suo torneo pro, a 16 prese l’oro alle Olimpiadi di Barcellona, adesso a 34 anni è già una reduce di troppe battaglie. In mezzo l’ottovolante, la Capriati è salita e scesa tante volte, finendo per risorgere nel 2000 e conquistare tre titoli dello Slam, ma passando anche per un arresto per detenzione di marijuana, uno per un furto di un anellino da 35 dollari e per la redenzione di papà Stefano - l’uomo che le mise una racchetta fin nella culla - che un giorno ha ammesso: «Forse ho sbagliato». Troppo tardi, purtroppo, ma non del tutto, perché Jen in fondo è ancora in tempo per essere salvata. Nel frattempo, a migliaia di chilometri, Wimbledon celebra la sua nuova eroina: Petra Kvitova, 20 anni ceca, che con dei capelli scuri potrebbe sembrare una Capriati moderna. Petra ha vinto nel super lunedì che ha disegnato questi quarti di finale: Serena Williams-Li, Kvitova-Kanepi, Clijsters-Zvonareva, Pironkova-Venus Williams (oggi) e Federer-Berdych, Djokovic-Lu (cinese di Tapei che ha battuto Rodick 9-7 al quinto), Tsonga-Murray, Soderling-Nadal (tutte domani). Già fuori Sharapova e Henin, Petra ora sogna.

Cara Jen: in fondo la vita continua.

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