Captiva, il Suv che spiana la strada a Chevrolet
9 Luglio 2006 - 00:00Enrico Artifoni
da Zakopane (Polonia)
La sport utility Captiva è una vettura importante per Chevrolet. È la prima di nuova progettazione da quando Gm ha messo il marchio Usa sui modelli dellex Daewoo. «D'ora in poi le nostre auto non dovranno limitarsi a costare poco», spiega John Passadis, capo di Chevrolet Italia. Captiva nasce sulla stessa piattaforma dellamericana Saturn Vue e dellerede dellOpel Frontera, quellAntara che debutterà in autunno di cui si sono viste sinora solo alcune foto. La lunghezza di 4,64 metri, insieme con la larghezza di 1,85 e laltezza di 1,73, pongono Captiva tra i Suv di dimensioni medio-grandi. Come conferma il numero di posti, 5 più 2 a scomparsa in terza fila: una buona freccia allarco di questa vettura, insieme con linedito propulsore turbodiesel common rail che colma una lacuna nella gamma Chevrolet. La meccanica di base è di tutto rispetto: sospensioni di tipo McPherson davanti e Multi-link a 4 punti di ancoraggio dietro, trazione normalmente sullassale anteriore che diventa integrale quando le condizioni lo richiedono, freni a disco su tutte le ruote, cerchi in lega da 17 e fino a 18. Captiva, inoltre, è la prima Chevrolet equipaggiata con lEsp integrato con lAbs e con funzioni addizionali come lHdc (controllo velocità in discesa) e lArp (previene il ribaltamento). Tra i motori, spicca il diesel common rail 2.0 con turbo a geometria variabile sviluppato da Gm Powertrain su licenza dellitaliana Vm: eroga 150 cv a 4mila giri, dispone di 320 Nm di coppia massima a 2mila giri e in abbinamento con un docile cambio manuale a 5 marce (automatico come optional) consuma in media solo 7,4 litri di gasolio ogni 100 km. La Captiva sarà in vendita nei prossimi giorni: 25.
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