L’ha scritto L'espresso. E lei ha
smentito. L'ha detto il direttore
del Tg5. E lei ha smentito. Poi
l'hanno confermato tanti vip, compresa
Simona Ventura che su questi
argomenti la sa lunga. E lei ha
smentito, smentito e ancora smentito.
Anzi, ha smentito e ha pure
espresso «profondo rammarico».
Adesso arriva la foto che è la prova:
la Melandri è stata davvero
ospite di Flavio Briatore in Kenia.
E lei? Tace. Forse ha finito di (s)mentire. O forse, senza s davanti,
continuerà. Per il momento, per la
verità, non c'è bisogno di molte parole. Basta l'immagine. Guardate: il ministro
balla come un figurino. Forse non sa ancora che sta
facendo una figuraccia. Malindi evidentemente non porta
bene ai volti giovani della politica italiana: da Martelli a
Melandri c'è sempre qualcosa che va in fumo. In questo
caso non è spinello, ma è spinoso: nelle istantanee risulta
evidente che la diessina è scatenata: sembra una trottola.
E invece sarà solo una frottola.
Sia chiaro, s'intende: dove passi il Capodanno la Melandri
potrebbe rientrare nel capitolo quinto dell'ultimo volume
dell'enciclopedia «Chissenefrega
». Per altro troviamo che
non ci sia nulla di male
a festeggiare nella villa di
Briatore. Anzi, ne approfittiamo:
caso mai Flavio ci volesse
invitare siamo pure disponibili
ad affrontare le
spese del viaggio. Si capisce:
il Kenia non è proprio dietro
l'angolo, mane vale la pena.
E poi, a giudicare da questi
scatti, ci si diverte pure moltissimo.
Magari non è chic, ecco. Si
capisce: un party nella villa
del re del Billionaire non è
come un cineforum con Veltroni
e Nanni Moretti. Magari
è meno palloso. Di sicuro,
però, meno intellettuale.
Forse la Melandri vuol far
crederci che passa tutto il
suo tempo libero ai convegni
culturali con Alberto
Asor Rosa o alle isole Filicudi
a dibattere del futuro del
Paese con Ilvo Diamanti e
Pietro Citati. O, al massimo,
sulla spiaggia di Capalbio
ma solo perché sotto l'ombrellone c'è la possibilità di far
due chiacchiere con Umberto Eco. «Vai a ballare stasera?
». «Oh no, caro non posso: mi aspetta quel seminario
su Adorno e Marcuse nel pensiero contemporaneo». «Che
peccato non posso venire: devo leggere l'ultimo saggio su
Leibniz e Baruch Spinosa».
A dire la verità a noi la Melandri sta più simpatica così,
con il kaffettano bianco che danza e danza a costo di pestarsi
i piedi da sola. Che male c'è?Ha o non ha competenza
anche sulle politiche giovanili? E allora? Non può forse
concedersi una botta di gioventù? E che imbarazzo ci sarà
mai a frequentare una volta casa Briatore per una che
frequenta regolarmente vertici con Mastella e Pecoraro
Scanio? Com'è possibile che un party in Kenia con Galliani
e la Ventura imbarazzi più che una maggioranza in
Italia con Luxuria e Caruso? Se non altro, poi, il party il
giorno di Capodanno è finito. La maggioranza, purtroppo,
ancora no.
Suvvia, cara Melandri, lei lo sa: un po' di disco dance non
ha mai danneggiato nessuno. Quello che danneggia sono
le menzogne. Perché allora ha continuato a negare oltre
ogni evidenza e ogni testimonianza? Intanto tutto ciò è
piuttosto scortese nei confronti dell'ospitale padrone di
casa: non si sarà offeso a essere usato, ballato e rinnegato?
E poi lei, oltre che ministro dello Sport (a proposito:
anche l'arrampicata sugli specchi è tra le sue competenze?)
è pure mamma: lo sa
che a chi dice bugie gli si allunga
il naso. E qualche volta
si accorcia la carriera.
Avete presente Clinton? Il caso
Lewinski, al di là del coté
pruriginoso e di quel che accadde
nella Stanza Orale,
nacque proprio perché lui
aveva mentito. Ma sì, aveva
detto una bugia.
Ricordate il
comunicato ufficiale? «Il presidente
smentisce categoricamente
di avere avuto una relazione
con la signorina». Né
più né meno come la lettera
del ministro a L'espresso.
«Esprimo il mio più profondo
rammarico...». Sia chiaro:
Clinton forse aveva ragione
di vergognarsi, la Melandri
no. Ma questa, paradossalmente,
è un’aggravante: perché
mentire, se non c'è nulla
da nascondere? Per il gusto
di mentire?E se un personaggio
pubblico mente su questioni
irrilevanti, chi ci garantisce
che non lo farà anche in
altre occasioni più importanti?
In queste ore la diessina è impegnata a presentare le misure
contro la violenza negli stadi. Compare in tv, tailleur
grigio e faccia di circostanza. Non è stato facile per lei il
compito da quando è su quella poltrona: prima Calciopoli,
ora la guerriglia. Non è che porta un po' sfortuna? Sarà
un caso, ma tutte le volte che scrivo diessina, il correttore
automatico del computer trasforma la parola in diossina.
Staremo a vedere, se ci sarà qualcosa da vedere.
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