Un carabiniere ladro, un finanziere corrotto e profittatore, un vigile urbano che intasca i soldi delle multe. Diciamo la verità: non ci si stupisce più di nulla. È brutto, ma è così. Non sono cambiate le regole, è cambiato il modo di sentire. Si è insinuata, nei decenni, anche tra chi indossa una divisa e dovrebbe far rispettare le regole, un pericoloso relativismo, un possibilismo di comodo, un chissenefrega inimmaginabile, dice chi ha una certa età, fino al primo dopoguerra. Una larghezza di vedute, diciamo così, che passando per piazza Montecitorio ha finito per contagiare anche gli esponenti di certi Tribunali, anche se quello di cui ora parleremo è un Tar, ovvero un Tribunale amministrativo regionale. Precisamente del Piemonte: secondo questi giudici non bisogna essere troppo severi con un carabiniere ladro.
La storia è questa: il militare, di cui per carità di patria non si fa il nome, in servizio presso la stazione di Collegno, nel 2006 ruba 80 euro contenuti in un portafogli smarrito, ma per il Tar del Piemonte non deve essere espulso dall'Arma. No? No. Perché bisogna tenere conto della giovane età, dell'inesperienza e dei precedenti di carriera, dicono i signori del Tar. Di conseguenza ecco il provvedimento disciplinare adottato nei confronti del carabiniere per «condotta biasimevole», annullato con un tratto di penna. Del fatto che qui si parla di un carabiniere, cioè di un tipo umano che ha liberamente scelto di servire la legge, e che quando sbaglia sbaglia due volte, e perciò andrebbe sanzionato almeno una, in quanto portatore di ossimoro penalmente assai rilevante, neppure l'ombra. E i «principi di moralità e rettitudine che devono improntare lagire di un militare» citati nelle motivazioni dellespulsione? Per il Tar possono essere cestinati.
Non ci saremmo stupiti se gli stessi giudici avessero appioppato la patente di «fesso» al cittadino che si era premurato di portare in caserma il portafogli smarrito perché venisse riconsegnato alla legittima proprietaria.
È la solita giustizia strabica allitaliana, dura e inflessibile coi miserabili, accomodante o distratta o strampalata (nel senso dell'in-certezza del diritto) in tanti altri casi. Come questo, in cui più opportuno sarebbe stato (nonostante la giovane età, e i precedenti positivi, e l'inesperienza) sanzionare un comportamento riprovevole, e doppiamente, per i motivi sopra detti.
Insomma: guai a rubare mele, perché quello continua a restare un reato intollerabile, in questo bizzarro Paese. Ne sa qualcosa il ventiduenne tunisino (a lui la giovane età non è servita da diminuente) beccato l'anno scorso all'uscita di un supermercato con un sacchetto di mele, due confezioni di birra e qualche sacchettino di pinoli non pagati. Carcere, immediatamente.
E del resto rubare mele ha sempre portato sfortuna, fin dall'Ottocento.
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