In carcere Giorgio Pasotti scopre un doloroso segreto

Ecco un film italiano che si segnala per l’originalità e la secchezza del racconto. L’aria salata di Alessandro Angelini racconta di Fabio (Giorgio Pasotti), giovane assistente sociale a Rebibbia, coinvolto in un programma di reinserimento dei detenuti; costoro non di rado vedono in lui solo la possibilità di ottenere qualche agevolazione. È l’incontro con Sparti (Giorgio Colangeli), condannato a trent’anni per omicidio e che ha scontato parte della sua pena, a cambiare il rapporto di Fabio con i detenuti. L’uomo, impermeabile ad ogni emozione, non concede quasi nulla di se stesso, del proprio passato e il giovane tra le poche parole pronunciate con rabbia e reticenza dal suo assistito scopre un segreto che coinvolge la sue stessa esistenza. Un coup de théâtre nel segno del buon cinema.

Girato con pochi mezzi ma tutt’altro che dimesso, L’aria salata presenta finalmente, accanto al bravo Giorgio Pasotti, un caratterista, razza in estinzione anche in Italia, che tiene in pugno la pellicola: Giorgio Colangeli, dal volto roccioso, giustamente premiato come miglior attore alla recente Festa del cinema di Roma. È un buon inizio d’anno.

L’ARIA SALATA (Italia, 2006) di Alessandro Angelini, con Giorgio Pasotti, Giorgio Colangeli. 87 minuti

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