Carciofini al botulino: rischia di morire dopo la cena in famiglia

Un caso di botulismo a Milano. Si tratta di un uomo di 50 anni ricoverato nel reparto di Neurologia dell’ospedale Niguarda. Si era presentato ai medici del Pronto soccorso qualche giorno fa, il 21 marzo per la precisione, lamentando disturbi gastrici e alla vista. I sospetti dei medici si sono trasformati in emergenza sanitaria ieri quando il test alla tossina del botulino ha dato esito positivo.
Sotto accusa una confezione di «Pestato di carciofini» prodotto in provincia di Chieti per i quali la Asl di Milano ha già diramato l’allerta su tutto il territorio nazionale. La questione è delicata perché le tossine di botulino possono essere letali per l’uomo. Il paziente ricoverato al Niguarda ha detto di essere stato l’unico in famiglia ad aver consumato i carciofini. I sintomi erano iniziati subito dopo aver mangiato l’alimento. Era il 12 marzo e l’uomo aveva accusato una forte gastroenterite. Il medico gli aveva prescritto dei comuni fermenti lattici pensando a un classico virus gastrointestinale. Qualche giorno dopo però si erano manifestati preoccupanti disturbi alla vista.
Il botulismo è una malattia paralizzante causata da una tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, un batterio che si trova comunemente nel terreno. I primi sintomi consistono generalmente in disturbi gastroenterici (nausea, vomito e diarrea). Le persone che hanno ingerito la tossina sperimentano, poco dopo, i sintomi tipici di una paralisi neurale: annebbiamento e sdoppiamento della vista, rallentamento e difficoltà di espressione, fatica nell’ingerire, secchezza della bocca, paralisi flaccida, con debolezza muscolare che dalla parte superiore del corpo, spalle e braccia, passa agli arti inferiori, con paralisi sequenziale. Nei casi più severi, la paralisi dei muscoli coinvolti nella respirazione necessita che venga instaurata una respirazione assistita.
All’uomo è stato immediatamente somministrato l’antitossina botulinica e ora non corre più pericolo di vita. Nel frattempo dalla Asl di Milano è partito l’allarme. «Abbiamo subito avvertito tutte le autorità competenti del caso - spiega Edgardo Valerio, responsabile Servizio Igiene alimentare dell’Asl Milano -. I casi di botulismo sono rarissimi. Spesse volte, infatti, i sospetti non vengono confermati dal test. In questo caso però non ci sono dubbi. Adesso tocca all’Asl di Chieti prendere gli opportuni provvedimenti nei confronti della ditta in questione. Diciamo che per fortuna si tratta di un alimento poco consumato in Lombardia, ma certo se qualcuno avesse sospetti deve subito consegnare la confezione alla Asl della propria città».
In genere gli alimenti più a rischio sono le conserve casalinghe.

Sebbene si siano già verificati in passato episodi di botulismo alimentare da prodotti industriali, si tratta di casi veramente sporadici. Tutte le aziende che commerciano prodotti da conservare utilizzano delle sostanze che impediscono la formazione della tossina, oltre che seguire scrupolosissime procedure igieniche.

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