da Roma
Basta con le partite occasionali, giocate quasi di nascosto. Anche la Santa Sede potrebbe in futuro metter su una vera e propria squadra in grado di misurarsi con le grandi del campionato italiano. Parola del cardinale Tarcisio Bertone, nuovo Segretario di Stato. Il porporato, che ieri si trovava in visita ad Alassio, non ha mai nascosto la sua passione per il calcio, che da buon salesiano ha anche praticato. «Non escludo ha detto Bertone che il Vaticano possa allestire in futuro una squadra di calcio di grandissimo valore che possa essere allaltezza della Roma, Inter, Genoa e Sampdoria». Il cardinale ha fatto questa battuta a margine della cerimonia durante la quale ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Alassio ed è stato insignito dell«Alassino doro».
Dunque si torna a parlare di una nazionale dOltretevere, anzi di potenziare quella che cè già. È certo che la squadra di calcio vaticana non sia in cima ai pensieri del nuovo «primo ministro» di Papa Ratzinger, il quale non ha ancora potuto prendere possesso del suo appartamento di Segretario di Stato e in attesa che venga completato il trasloco da parte del suo predecessore Angelo Sodano abita nella Torre di San Giovanni, lontano dal palazzo apostolico: molti e gravosi sono gli impegni diplomatici e Bertone sta curando anche il progetto di riforma della Curia romana voluto da Benedetto XVI. Eppure il porporato piemontese non rinuncia a parlare di sport. Da arcivescovo di Genova, come si ricorderà, aveva fatto alcune telecronache allo stadio cittadino per una televisione privata, mostrando di saper essere a suo agio anche nel ruolo di commentatore sportivo. «Adesso ovviamente non lo rifarei aveva detto al Giornale pochi giorni prima di assumere ufficialmente lincarico di Segretario di Stato anche se il desiderio di vedere dal vivo qualche partita di calcio mi rimarrà. Gli stadi sono moderni areopaghi, frequentati da migliaia di giovani e meno giovani che vanno educati ai valori dello sport, e che invece in qualche caso imparano soltanto a stare in branco e a compiere atti di vandalismo se non di pura violenza». «Vorrei però ricordare aveva aggiunto Bertone che gli stadi sono stati anche luoghi di grandi assemblee giovanili: al Ferraris ho guidato anche una Via Crucis».
Un confratello di Bertone, il salesiano don Umberto Fontana, ha raccontato in unintervista al settimanale diocesano di Verona di aver conosciuto il nuovo Segretario di Stato nei primi anni Settanta, descrivendolo così: «Salesiano verace... Gran compagnone, organizzava partite di calcio infuocate».
Dunque anche ora che si trova ad essere la «cinghia di trasmissione» della volontà del Papa e il suo principale collaboratore nel governo della Curia, il cardinale, tifoso della Juventus, non ha dimenticato del tutto il calcio. Ma ce la farà, la nazionale vaticana, a competere con le grandi del campionato italiano? Al momento è un po difficile da immaginare. Il Vaticano non è membro della Federazione calcistica internazionale né dellUefa, ma della Nf-Board, organizzazione che raccoglie le nazionali di calcio non iscritte alla Fifa. La squadra è formata dalle Guardie svizzere e dai gendarmi italiani in servizio Oltretevere, anche se soltanto le prime ottengono la cittadinanza vaticana. Problemi organizzativi, poi, non permettono ai soldati del Papa di assentarsi spesso per le trasferte e per questo motivo la nazionale del Vaticano non ha partecipato alla «Mini World Cup» per le squadre non affiliate alla Fifa.
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