Andrea Tornielli
da Roma
Tre sole berrette rosse alla Curia romana, ben tre porpore allAsia, una delle quali allarcivescovo cinese di Hong Kong, un cappello per il fedele segretario di Papa Wojtyla, e tre per lItalia. Benedetto XVI ha annunciato ieri mattina, al termine delludienza, la nomina di quindici nuovi porporati, dodici dei quali elettori, cioè al di sotto degli ottantanni. Il concistoro si terrà a Roma il 24 marzo.
I tre nuovi cardinali curiali sono il successore di Ratzinger allex SantUffizio, lamericano William Levada, il Prefetto del dicastero dei religiosi, lo sloveno Franc Rodè e il Prefetto della Segnatura apostolica (la Corte di Cassazione della Chiesa), litaliano Agostino Vallini. Gli arcivescovi residenziali che entrano a far parte del sacro collegio sono il venezuelano Jorge Liberato Urosa Savino, di Caracas; il filippino Gaudencio Rosales, di Manila; il francese Jean-Pierre Ricard, di Bordeaux; lo spagnolo Antonio Cañizares Llovera, di Toledo; il coreano Nicolas Cheong-Jin-Suk, di Seul; lamericano Sean Patrick OMalley, di Boston; il polacco Stanislaw Dziwisz, di Cracovia; litaliano Carlo Caffarra, di Bologna e il cinese Joseph Zen Ze-Kiun, di Hong Kong.
Inoltre, proseguendo nella tradizione già consolidata dal predecessore, Papa Ratzinger ha annunciato la «creazione» di tre ultraottantenni: litaliano Andrea Lanza Cordero di Montezemolo, arciprete di San Paolo, già nunzio in Israele e quindi in Italia; lafricano Peter Pokeru Dery, emerito di Tamale, in Ghana; infine il padre gesuita Albert Vanhoye, già rettore del Pontificio istituto biblico e segretario della commissione biblica.
«Con la creazione dei nuovi porporati - ha detto il Papa - intendo integrare il numero di 120 membri elettori del collegio cardinalizio fissato da Paolo VI». Con queste parole, Benedetto XVI ha confermato la volontà di non voler derogare al tetto, come invece aveva fatto più volte Wojtyla. Pochi i posti disponibili, dunque. Balza subito agli occhi la scelta di ridurre al minimo indispensabile le berrette curiali, assegnate ai prelati che ricoprono uffici cardinalizi di primo livello come le congregazioni, ma non ai possibili candidati a capo di Pontifici consigli, come il polacco Rylko (ai laici) o il tedesco Cordes (Cor Unum).
Per quanto riguarda le diocesi, oltre al premio al segretario di Giovanni Paolo II, spiccano le tre nomine asiatiche e tra queste in particolare quella del salesiano vescovo di Hong Kong, vero uomo chiave dei rapporti tra Vaticano e Cina, sostenitore della libertà religiosa e del movimento per la democrazia nellex colonia britannica: una decisione che sta ad indicare lattenzione del Pontefice per quel popolo. Tra le assenze, è da notare innanzitutto la mancata porpora a qualche arcivescovo africano al di sotto degli ottantanni. Niente berretta, poi, allarcivescovo di Parigi, nominato appena un anno fa, al quale il Papa ha significativamente preferito monsignor Ricard di Bordeaux, già da tempo presidente della Conferenza episcopale dOltralpe. Un solo cappello va allAmerica Latina, allarcivescovo di Caracas, oppositore del presidente Chavez, mentre non ricevono berrette Messico e Brasile. Un altro assente è larcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, prelato particolarmente stimato da Papa Ratzinger.
Non devessere stato semplice, per Benedetto XVI, scrivere la lista, con pochi posti disponibili e tanti possibili candidati. Ratzinger ha pure annunciato che il giorno prima del concistoro pubblico, il 23 marzo, incontrerà tutto il sacro collegio «per una riunione di riflessione e preghiera». Cè chi ipotizza che Benedetto XVI voglia consultare più spesso del precedessore i porporati che - ha detto ieri, festa della Cattedra di San Pietro - «hanno il compito di sostenere ed aiutare» il Papa.
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