Cari lettori de ilGiornale.it, sono un bambino farfalla

L'affetto che hanno ricevuto da voi lettori non se lo sono dimenticato. Hanno letto i vostri commenti, le vostre mail. Così due bambini, in comune il nome, Alessandro, e la malattia, l'Epidermolisi Bollosa, hanno deciso di scrivere una lettera per ringraziarvi

Cari lettori de ilGiornale.it, 
sono un bambino farfalla

L'affetto che hanno ricevuto da voi lettori non se lo sono dimenticato. Hanno letto i vostri commenti, le vostre mail. Così due bambini, in comune il nome, Alessandro, e la malattia, l'Epidermolisi Bollosa, hanno deciso di scrivere una lettera per ringraziarvi.

Leggi la prima letterina Il più piccolo ha strappato un foglio dal suo quaderno e con una biro blu ha scritto:

Cari lettori de "Il Giornale" mi chiamo Alessandro e sono un bambino farfalla. Ringrazio tutti quelli che ci hanno dato una mano. La mia speranza è che presto arrivino tanti soldini, così il dottor De Luca troverà la cura per la mia malattia, e io potrò finalmente correre e giocare a pallone con i miei amici.
Ho un sogno…vorrei incontrare e stringere la mano al grande Valentino Rossi, e se guarisco vorrei diventare come lui. Un bacio a tutti…Alessandro 

Insieme alla lettera due disegni: un sole grintoso per Valentino Rossi e un sole con i guanti. Per proteggersi. Perché l'epidermolisi bollosa può causare dolorose bolle anche al più leggero contatto, rendendo i normali atti della vita, come camminare e mangiare, delle vere e proprie sofferenze.

Alessandro B. (nella foto) non ha potuto scrivere la sua lettera, perché è stato da poco operato alle mani. Lo fa tramite il computer:

A tutti i lettori de "Il giornale" vi scrivo per ringraziarvi per tutto quello che avete fatto a nome della mia malattia. Sapete, non è facile vivere con certe difficoltà, ma spero che un giorno tutto questo finirà come un brutto sogno, ciò che avete fatto può essere chiamato l'inizio di una grande svolta alle sofferenze, è importante che la gente sappia che esistono queste persone e bambini, e che non li vedano come individui da evitare e da compatire, ma come persone piene di speranza e felicità, gente che combattono le loro difficoltà con fede. A volte immagino me, che corro felice in un grande campo da calcio, ricevo il pallone scarto un avversario e "faccio gol" spero che un giorno tutto questo non sia solo immaginazione, ma realtà. Mi piacerebbe tanto sperimentare ciò che molti bambini spericolati fanno, andare in bicicletta, fare la lotta tra bambini e fare tante spavalderie, senza farmi tanto male. Ho scritto tutto questo al computer perché sono molto colpito alle mani, mi fanno spesso molto male, un giorno mi piacerebbe saper afferrare un pallone al volo, o anche semplicemente bere dal bicchiere afferrandolo con una mano, ma tutto ciò purtroppo non è possibile, ma grazie ad "Il Giornale" e tanti altri mezzi per farci conoscere, riusciremo a giocare per la prima volta ad uno sport. Ho 14 anni e vivo a Pinerolo. Grazie ancora, ciao, by Alessandro Bonelli

Cari bambini, la nostra speranza è quella di potervi aiutare concretamente e di potervi regalare una vita felice e serena, come

quella di ogni bambino.

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