La carica dei mille precari della sanità laziale «E intanto gli ospedali sono sempre più vecchi»

Mille e non più mille. O, se preferite, la spedizione dei mille. Ma questa volta le previsioni di Nostradamus o le imprese di Garibaldi non c’entrano nulla. Si tratta, al contrario, dell’esercito di precari - lasciati in eredità alla Polverini dalla precedente amministrazione regionale - che, in un numero superiore al migliaio di unità, continuano ad «affollare» le strutture sanitarie del Lazio.
A mettere sul piatto la patata bollente è l’Anaao-Assomed del Lazio, ovverosia il sindacato dei medici dirigenti, che ha appena rieletto come segretario regionale, nel congresso di Ferentino, l’uscente Donato Antonellis. Nel denunciare lo status quo, i camici bianchi mostrano di non avere troppi peli sulla lingua: «I precari in tutto il Lazio ammontano a più di mille - esordisce Riccardo Margheriti, responsabile del servizio di Angiologia all’ospedale Grassi di Ostia e referente sul precariato per l’Anaao-Assomed del Lazio -. Alcuni sono di serie A, cioè in “avviso pubblico” e con contratti che offrono tutte le garanzie di ferie e malattia. Ma c’è anche una quota notevole di co.co.pro. che hanno, come noto, tutele assai inferiori».
La palma della struttura peggiore, secondo l’associazione che rappresenta i medici dirigenti, spetterebbe alla Asl di Frosinone, dove esisterebbero reparti che si reggono solo sui precari: «La situazione più traumatica la vivono Ortopedia e il pronto soccorso dove lavorano circa 100 precari - rende noto Margheriti - ma anche Roma non se la passa affatto bene». Tra le prime Asl cittadine in questa triste classifica, svetta la Rm/B, nel cui territorio opera l’ospedale Pertini, che al suo interno ospita 39 precari. Un numero ben più alto, circa 100, di lavoratori con il futuro a rischio è registrato dalla Asl Roma H, quella dei Castelli Romani mentre al San Filippo Neri l’esercito dei precari è contenuto a 34 unità. Nei dintorni del litorale, non si riescono a strappare troppi sorrisi. «Nella provincia di Latina abbiamo contato in tutto 180 precari, nella Asl di Civitavecchia 40 e in quella di Ostia la situazione è ancora irrisolta, nonostante fossimo riusciti a strappare promesse di regolarizzazione della maggior parte dei lavoratori a rischio», sottolinea Margheriti.
La Regione a giugno 2009 si era impegnata a regolarizzare, entro tre mesi, tutti i precari che fossero risultati vincitori di concorso. «L’accordo, firmato con i sindacati da Montino, in qualità di delegato del commissario, è stato purtroppo disatteso - spiega il responsabile Anaao-Assomed del precariato - perché nel frattempo è cambiato il commissario e l’amministrazione regionale ha sostenuto di non avere più i fondi necessari». Nelle more della risoluzione di quest’annoso problema, i lavoratori della sanità pubblica continuano a invecchiare.

«L’età media di chi lavora negli ospedali è intorno ai 40 anni, molte persone sono precarie da più di 10 anni e, non avendo alcuna tutela, si trovano nella condizione di non poter accendere neppure un mutuo - ricorda Donato Antonellis, segretario dell’Anaao-Assomed del Lazio e primario di Chirurgia d’urgenza e generale al San Camillo -. Non c’è turn-over, manca la linfa vitale dei giovani e la cosa è avvilente anche per gli anziani costretti a fare le stesse cose di quando erano giovani». A Polverini il compito di sciogliere l’intricata matassa.

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