I due Carli si guardano e si soppesano brevemente prima di salutarsi e stringersi energicamente la mano. Il primo Carlo, che si chiama Windsor e molto altro ancora ed è l'erede al trono d'Inghilterra, sorride vaporoso, spende due gentilissime e principesche frasette di circostanza, poi si dedica agli altri ospiti. Il secondo Carlo, che si chiama Rienzi ed è sovrano solo del Codacons, resta a lungo frastornato a bocca aperta. Si riprende dallo choc soltanto qualche ora dopo. «Sì - racconta - sono molto emozionato. Del resto si è trattato di un fatto davvero importante e senza precedenti. La nostra è stata l'unica associazione di consumatori invitata a un pranzo ufficiale dal principe di Galles. E' stato lui, con sua moglie Camilla duchessa di Cornovaglia a volere che il Codaconso presenziasse a questo importante appuntamento sull'agricoltura».
E a Villa Wolkosnky, residenza dell'ambasciatore britannico in Italia, dove le altezze reali offrono un ricevimento a base di cibi escludivamente biologici, si aggira pure un terzo Carlo. Carlo Petrini, fondatore di slow food. Tra un tocco di parmigiano e una fettina di prosciutto crudo, Charles s'informa sulla diffusione della cultura bio in Italia, ascolta le risposte dei produttori prima di tuffarsi regalmente nel buffet: insalata di radicchio, mele e gorgonzola, lonza, farro zucca e menta, carciofi, cicoria di campo, manzo al vapore con tartufo nero, frutti di bosco. Si beve Valpolicella classico e Recioto di Soave.
Si tinge dunque subito di verde la visita in Italia di Carlo e Camilla. Ospite di Giorgio Napolitano negli stessi appartamenti imperiali del Quirinale dove ha recentemente soggiornato pure sua madre Elisabetta, il principe di Galles ha un'agenda piuttosto fitta da affrontare. Primo appuntamento a Montecitorio. Gianfranco Fini lo accoglie nel suo studio, poi lo presenta all'assemblea definendolo uno dei più grandi esperti del vero ambientalismo. E mentre Camilla prende posto appoggiando la schiena su uno speciale cuscinetto lombare foderato di stoffa tartan scozzese, Carlo lancia in suo appello a Montecitorio: «Dobbiamo fare in fretta. Ci mancano solo 99 mesi per salvare il pianeta. Poi la storia ci giudicherà».
Otto anni e tre mesi, questo dunque il tempo che ci resta «prima di raggiungere il punto di non ritorno». Qual è il pericolo? «I cambiamenti climatici. Le prove sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in Artico e Antartico, anche se c'è chi continua a negare l'evidenza delle prove scientifiche. l'Italia su questo argomento può dare prova di leadership» Cita Giulio Cesare. «Il dado è tratto. Il tempo scorre inesorabilmente e 99 mesi passeranno in un lampo. Poi sarà impossibile salvare la situazione, Mi auguro che due paesi amici come l'Italie il Regno Unito si uniscano e incrocino di nuovo le loro storie con un obbiettivo comune, allontanare il mondo dal disastro e portarlo verso un futuro equo, sicuro e sostenibile». Chiude parlando in italiano: «Se non lo faremo, i nostri nipoti non potranno mai e poi mai perdonarci».
Seconda tappa in Vaticano. E anche con il Papa Charles, dopo aver ricordato Karol Wojtyla «che ci manca molto» e aver donato un prezioso servizio di piatti, si lancia in un monito ecologico. Il colloquio con Benedetto XVI dura una ventina di minuti e, come informa la sala stampa vaticana, riguarda «la promozione umana e lo sviluppo dei popoli, la difesa dell'ambiente il dialogo interreligioso».
Poi la colazione ligth e bio a Villa Wolkosnky e un giro turistico alla casa di Augusto al Palatino, leggermente disturbato dall'uragano che nel pomeriggio si abbatte su Roma. Il che non sembra guastare troppo l'umore del principe di Galles. «Dovreste mettervi l'elmo», dice ai giornalisti. La pioggia non lo disturba: «Noi guardiamo sempre a voi.
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