Carmagnani e Superba sono nate molto prima di chi oggi vuol sfrattarle

Carmagnani e Superba sono nate molto prima di chi oggi vuol sfrattarle

Caro dottor Lussana, «superior stabat lupus, longeque inferius agnus...»: chi lo sa il perché, ma tutte le volte che leggo o sento parlare della Carmagnani mi vengono alla mente queste parole!
Cerco di spiegare il perché.
La Carmagnani si installa dov'è adesso nel 1940, ed inizia la sua attività nel 1946, mediante la realizzazione a Pegli dei suoi impianti per lo stoccaggio e la distribuzione di prodotti petroliferi, in arrivo ed in partenza via mare; l'area su cui sorge è di proprietà sociale, le aree circostanti sono scarsamente edificate. Verso il 1960 sorge in zona la Superba che inizia una attività analoga, in concorrenza. Nel 1987 un grave incidente in Carmagnani in cui muoiono quatto operai si traduce in 14 mesi di non attività della stessa. I danni sono seri ma non escono dal perimetro dello stabilimento e l’autorizzazione a riprendere la movimentazione passa per ogni tipo di verifica e di prescrizioni.
Lo sviluppo di Carmagnani e Superba è sempre avvenuto sotto gli occhi di tutti, degli uffici comunali in particolare che mai hanno potuto ignorare l'espandersi di queste attività, anche perché chiamati in causa per il rilascio dei necessari permessi occorrenti per la realizzazione di nuovi impianti e strutture o per rammodernare gli esistenti. Nel frattempo, lo stesso comune di Genova, ben conscio della presenza e dell'attività di Carmagnani e Superba, non ravvisando evidentemente in nessuna delle due cose alcun pericolo neppure latente, rilascia svariate licenze edilizie per la realizzazione, nelle aree circostanti di edifici da adibirsi a civili abitazioni: fin qui le cose sono perfettamente nella norma: c'è chi – Carmaqnani e Superba - svolge un'attività imprenditoriale oltremodo importante nel proprio settore; c'è chi - il comune di Genova - rilascia licenze di costruzione su aree limitrofe a quella su cui insistono Carmagnani e Superba; c'è chi - i costruttori - edificano su tali aree; c'è infine chi va ad abitare in quegli edifici dai quali si può chiaramente riscontrare la presenza degli impianti di stoccaggio, implicitamente - comune (che rilascia le licenze), costruttori (che costruiscono), cittadini (che ci vanno ad abitare) – accettandoli.
Ed ecco che succede l'incredibile: una delle tante giunte di sinistra che negli ultimi trent’anni si sono succedute alla guida - diciamo così, va! - del comune di Genova decide di non rispedire al mittente le lamentele di alcuni di quelli che vivono nei pressi dei depositi (ripeto: in case edificate decenni dopo l'installazione delle società) i quali hanno una bella mattina deciso che la presenza in loco delle attività è altamente pericolosa e che quindi la struttura se ne deve andare, deve essere trasferita; ma - e qui sta veramente l'incredibile - fa proprie tali considerazioni ed inizia a fare pressioni sui vertici delle imprese per indurle ad andarsene altrove. È qui che mi vengono in mente le parole d'apertura: «superior stabat lupus», gli abitanti dei palazzi arrivati sul posto ben dopo che la Carmagnani e la Superba vi si erano installate, che ne chiedono l'allontanamento, ed il comune di Genova che avalla questa incredibile pretesa; «longeque inferius agnus», la Carmagnani e la Superba, che sono lì da tempo, non danno fastidio a nessuno, fanno il proprio lavoro dandone anche a svariati padri di famiglia, ma devono subire fastidi ed intimidazioni non potendo lavorare in pace e con tranquillità perché, si sa, il numero, specie quando è a sinistra, fa la legge!
Dottor Lussana, io non so se lei ha mai visto gli impianti della Carmagnani e della Superba o di qualcosa di simile; non sono, ecco, un negozio di scarpe di 250 metri quadrati che oggi è a destra e in nottata lo si sposta a sinistra; sono un qualcosina di un po' più complesso e complicato, un qualcosina che ha peraltro esigenze ben particolari, una fra tutte - la più importante - che i loro impianti non possono, per problemi tecnici dovuti all'operatività ottimale degli stessi, trovarsi ad una distanza superiore ai mille metri dalle banchine dove attraccano le navi per il carico e lo scarico dei prodotti; orbene, me lo dice lei dove può essere spostata l'attività di queste imprese, alle quali, non lo dimentichi la sindaca di sinistra Vincenzi, ma lo tenga bene presente, sempre, le autorità preposte hanno sempre rilasciato, controllo dopo controllo, tutti i necessari certificati attestanti la perfetta rispondenza degli impianti e delle norme di sicurezza a quanto disposto dalla vigente normativa in materia?
Anche la già citata sindaca di sinistra Vincenzi sta battendo su questo tasto e la cosa, fatta da una che dice di voler agire per il bene della Città (in attesa di vedere qualcosa, speranzosi qui stiamo...) lascia perplessi; lo sa la sindaca di sinistra Vincenzi che se la Carmagnani e la Superba dovessero trasferirsi, il posto di lavoro di cento padri di famiglia se ne andrebbe a Patrasso, così come se le direzioni delle due aziende, disgustate da questo ostruzionismo immotivato di cui sono vittime in ogni momento, decidessero di chiudere? E cosa intende semmai fare, la Vincenzi, organizzare per i disoccupati un qualche spettacolo musicale o danzante per alleviare le loro pene?!? E i sindacati, gli onnipresenti sindacati che non perdono occasione per proporsi in ogni salsa mettendo becco anche in faccende di infima importanza, dove sono, cosa fanno, chi li sente?
A questo punto, a scanso di equivoci, desidero precisare che sono un imprenditore che opera in tutt'altro campo rispetto a quello delle due aziende di Multedo e che non ho alcun interesse con le stesse, e che non sono imparentato né legato da vincoli di amicizia o di conoscenza con alcuno che operi al suo interno; sono solo un vecchio Genovese che è disgustato da come è stata ed è gestita Genova da queste amministrazioni di sinistra che negli anni si sono succedute, e che soprattutto soffre nel vedere che, una volta di più, la sinistra non tiene in alcun conto gli interessi degli imprenditori, considerandoli solo carne da cannone.


Chiudo con una perplessità: non è che ci sia per aria una speculazione edilizia da parte dei soliti costruttori, che magari non aspettano altro che le aziende dismettano l'area, tanto che chi probabilmente l'ha già valutata e giudicata estremamente interessante (e magari ha già nel cassetto un bel progetto per la realizzazione di un altro mega complesso residenziale) possa annettersela? (in questo caso si dovrà allora affiancare al lupus ed all'agnus il cuculo, noto per parassitare i nidi dei suoi consimili, buttandone fuori le uova o i pulcini, e sostituendoli con i propri, sfruttando così quanto messo a disposizione da altri). A pensar male non si sbaglia mai, ha detto il Grande Vecchio della politica italiana

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