Caro Gianni (Plinio),
tramite i giornali sono venuto a conoscenza delle minacce che ti sono state spedite in seguito alle tue dichiarazioni sulle celebrazioni del giorno della Liberazione.
Sono, questi, gesti che vanno deprecati e condannati senza addurre alcuna giustificazione.
Forse, come dici tu, è frutto di imbecilli. Come furono frutto di imbecilli le minacce che anche io ricevetti proprio in occasione delle mie dichiarazioni a sostegno dei valori della Resistenza e dellimportanza di celebrare il 25 aprile, per non dimenticare e non ripetere gli stessi errori del passato.
In quelloccasione, infatti, per la mia posizione altrettanto franca della tua, alcuni estremisti cosiddetti simpatizzanti del nazismo e del fascismo mi riservarono lo stesso trattamento inviando alcune missive recanti minacce di morte.
Condivido il tuo stato danimo, reagii anche io liquidando il seppur grave gesto come un atto di ignoranza e intolleranza, tuttavia non posso e non voglio archiviare la somma di questi atti intimidatori come semplici ragazzate.
Mi preoccupa, invece, questo dilagante atteggiamento di insofferenza ed estremismo, che mina ai valori fondanti della nostra Repubblica, quei valori che tutti noi, a prescindere dalla parte politica in cui ci riconosciamo, dobbiamo difendere e sostenere.
Parlo della libertà di esprimere le proprie posizioni e convinzioni, libertà che non è certo rappresentata, né, tantomeno, rispettata da vigliacche lettere «anonime» con minacce di morte.
Ti invio, dunque, la mia piena solidarietà e comprensione per questo increscioso e inaccettabile episodio, sperando che si torni presto a vivere in un clima di maggiore democrazia.
*presidente Provincia
di Genova
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