«Caro Giornale, accetto le critiche ma non i complimenti a Burlando»

«Caro Giornale, accetto le critiche ma non i complimenti a Burlando»

(...) «Mi rammarico che tanti elettori si siano astenuti e che magari tra poco “ri-inizino” a lamentarsi di chi li governa», non risparmia la stilettata. Ma l’onorevole, che pure aveva già fatto sapere di non essere più interessato a future candidature, non molla. Anzi sprona il resto della coalizione: «L'analisi della sconfitta sarà fatta con scrupolo perché, anche se deluso, non rinuncio a lavorare per cambiare il governo di questa Regione e di questa città, e già da ora metto la mia persona ed i miei sostenitori aderenti e non al mio movimento, a disposizione del Pdl e del centrodestra, per sostenere chi individueremo per i prossimi appuntamenti elettorali».
Infine qualche considerazione sulle critiche che gli sono state rivolte dal Giornale. E che Biasotti accetta pur non condividendole. Il candidato presidente sceglie la linea del confronto aperto e schietto, per ribattere quella che è la sua opinione: «Sono sereno perché credo di aver fatto una buona campagna elettorale ed è normale aver fatto qualche sbaglio ma non quello di non essere stato in mezzo alla gente, ascoltando tutti e, per quanto riguarda gli spot tv e pubblicità sui media, ricordo di averne fatti la metà del mio avversario». Il riferimento neppure troppo velato è alla campagna elettorale di Claudio Burlando che già un anno prima dell’inizio della campagna elettorale aveva fatto tappezzare la Liguria di manifesti dedicate alle sue opere e ai suoi «miracoli». Manifesti tra l’altro pagati con i soldi dei liguri con la scusa della campagna di informazione sull’attività svolta.
Biasotti non condivide appieno la critica sulla campagna fatta troppo di spot e la discute. Ma sempre nel solco della franchezza, spiega anche quello che a suo modo di vedere è un errore che commette il Giornale. La conclusione della sua lettera aperta a Massimiliano Lussana è proprio dedicata al trattamento riservato al suo avversario. «Accetto da te - scrive al caporedattore - qualsiasi critica che spesso ho condiviso, ma mi permetto di dissentire dal magnificare Burlando, a cui ho fatto i complimenti per la vittoria, non condividendo però la politica, la coalizione, i programmi e che devono essere avversati, da subito, sul piano politico». Un confronto schietto, proprio come ha sempre chiesto il Giornale a tutti.

Fatto non solo di facili complimenti, ma anche di critiche costruttive che servono a crescere. Già solo la lettera aperta che Biasotti ha voluto scrivere per primo al Giornale, che da parte sua non gli ha mai risparmiato critiche e consigli, è un primo importante segnale.

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