Oddio la dietrologia fa sempre comodo. Ieri al Corriere della Sera, Povia ha commentato così l’esclusione del suo brano dai venti che si giocheranno il Festival prossimo venturo: «Con un governo di centrosinistra c’è un Festival di sinistra con i vari Zampaglione, Frankie Hi Nrg e Cammariere. Sanremo è sempre stato lo specchio del governo». Tutto può essere, e bisognerebbe consultare le schede elettorali degli altri diciassette cantanti in gara (che tra l’altro non sono tutti di sinistra, anzi). Ma forse è più semplice chiedersi se, tanto per rimanere al recente passato, durante il governo Berlusconi in gara ci fossero solo cantanti di centrodestra: naturalmente no, anzi. Tanto per dire, il citato Cammariere è arrivato terzo nel 2003 in pieno governo del Polo e l’anno precedente Gino Paoli, non proprio un elettore di Alleanza nazionale, ha meritato lo stesso piazzamento. La strategia di tirar in ballo la politica è sempre pericolosa, specialmente quando si tratta di giustificare un insuccesso.
Perché poi la stessa strategia si può utilizzare per spiegare i successi: e nessuno pensa che Povia nel 2006 abbia vinto grazie alle sue convinzioni politiche. Che poi non sono nemmeno ben chiare: «Non sono di destra e nemmeno di centro, ma sto nel mezzo che è differente». Boh.Caro Povia, all'Ariston sono solo canzonette
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.