La privacy e la "sfiga"

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La privacy e la "sfiga"
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Grande clamore per il CEO di un’importante azienda beccato dalla «Kiss Cam» in un concerto del Coldplay a Boston con la responsabile delle risorse umane della sua stessa azienda. La prassi vorrebbe che tra la coppia inquadrata scocchi un bacio. Ma stavolta era una coppia clandestina. Mi domando l’utilità di tale squallida abitudine. Tempo fa al Festivalbar a Verona mi successe qualcosa di simile... ero con un mio amico e avevo problemi con l’allora mio ragazzo. Eravamo solo abbracciati come spesso capita nei concerti. Ma più volte la telecamera ci dedicò dei primi piani. Successe un quarantotto. Si parla tanto di tutela per la privacy e dei dati personali e poi si possono esporre tranquillamente al pubblico ludibrio le persone in questo modo? Mah. Fossi nel suddetto CEO denuncerei l’organizzazione del Gillette Stadium di Foxborough per essere l’artefice del divorzio (perché statene certi il divorzio avverrà!!). Lei che ne pensa?

Veronica de’ Ubertiis

Cara Veronica, come ho scritto l’altro giorno alla signora Malvini, ne penso tutto il peggio. Francamente mi sono concentrata sulla stoltezza di due fedifraghi che non hanno nemmeno il buongusto di nascondersi come si deve (lui si è poi scusato sui social con moglie e azienda, ma tanto, a questo punto, cosa cambia?). Non mi sono soffermata sui loro diritti lesi per il fatto che non si è mai parlato tanto di privacy come da quando non esiste più e perché, proprio come al Super Bowl, la pratica del maxi schermo che rischia di inquadrarti è ormai nota (forse lo era decisamente meno ai tempi di quel Festivalbar). E allora, visto che hai a casa moglie e figli (non un fidanzato con il quale si è in crisi) eviti di farti sorprendere avvinghiato all’amante-collega. Poi certo, mi sembra evidente che la malasorte si è messa di mezzo. Avrebbe potuto riprendere altri milioni di persone e invece la telecamera si è concentrata proprio su chi avrebbe dovuto non osservare mai. Chissà in quanti hanno sperato di essere proiettati assieme all’amata in modo da rendere il concerto ancor più indimenticabile e invece lo schermo ha snobbato loro e acceso i fedifraghi. Quindi sì, in teoria uno ha sempre il sacrosanto diritto di farsi i fatti propri dove vuole e con chi vuole ma qui i fatti erano già di troppa gente (moglie, figli, azienda, colleghi...).

Diciamo che l’affollamento al concerto e sui social ha finito col collimare con l’affollamento sentimentale. Essere catapultati al centro della scena era un’ipotesi. Non certa ma probabile. Poi uno può chiamarla «sfiga».

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