
Comprare casa è sempre un passo importante, spesso però comporta anche costi aggiuntivi legati all’intermediazione immobiliare. Non tutti sanno che una parte di queste spese può essere recuperata con la dichiarazione dei redditi. Vediamo allora come funziona la detrazione per le provvigioni pagate all’agenzia, a chi spetta e quali documenti servono per ottenerla.
Chi ha diritto alla detrazione
Se nel 2024 si è proceduto all'acquisto di un’abitazione principale tramite un’agenzia immobiliare, è possibile portare in detrazione una quota dei costi sostenuti per la provvigione. L’Agenzia delle Entrate riconosce infatti un’agevolazione fiscale pari al 19% delle spese di intermediazione, calcolata su un importo massimo di 1.000 euro. In pratica, il beneficio massimo è di 190 euro per ciascun acquirente.
La detrazione spetta solo a chi ha acquistato un immobile destinato a diventare la residenza abituale del contribuente o dei suoi familiari. Non è prevista, invece, per l’acquisto di seconde case, immobili dati in locazione o per le spese sostenute dal venditore. Non spetta, inoltre, se le spese sono sostenute nell’interesse dei familiari fiscalmente a carico.
Se l’immobile è stato acquistato da più persone, ciascun intestatario dell’atto può detrarre la propria quota, purché risulti anche intestatario della fattura dell’agenzia e abbia effettivamente sostenuto la spesa.
Facciamo un esempio pratico. Una coppia acquista la prima casa al prezzo di 200.000 euro e paga all’agenzia immobiliare una provvigione pari al 3%, cioè 6.000 euro.
La fattura è intestata a entrambi e ciascuno sostiene il 50% della spesa (3.000 euro). La detrazione è calcolata su 1.000 euro a testa (il massimo consentito dalla normativa).
Il beneficio fiscale per ciascun coniuge sarà quindi di 190 euro, per un totale di 380 euro recuperati nella dichiarazione dei redditi. Si ricordi che, se la fattura è intestata a più acquirenti, ognuno potrà detrarre solo la quota effettivamente pagata.
Attenzione alle esclusioni
Non rientrano tra le spese detraibili:
le provvigioni pagate per la vendita dell’immobile;
le spese di mediazione per affitti o locazioni;
gli immobili acquistati come seconde case (come detto) o a fini di investimento.
Cosa serve per ottenere la detrazione e dove inserirla nel 730
Per ottenere la detrazione è necessario presentare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, indicando le modalità di pagamento della provvigione, anche se la vendita è soggetta a Iva. Chi richiede il rimborso deve dichiarare:
di essersi avvalso di un mediatore;
i dati identificativi dell’agente (nome e cognome o, per società, denominazione e dati del legale rappresentante);
il codice fiscale o la Partita Iva;
il numero di iscrizione al ruolo mediatori e la Camera di commercio di riferimento;
Per poter beneficiare dell’agevolazione, è poi fondamentale avere:
la fattura dell’agenzia immobiliare intestata all’acquirente (o agli acquirenti, in caso di comproprietà);
la copia dell’atto di compravendita, che certifichi l’acquisto dell’abitazione principale;
la prova del pagamento della provvigione (bonifico, assegno o altro metodo tracciabile).
Senza questi documenti, l’Agenzia delle Entrate potrebbe negare la detrazione in caso di controlli.
Le spese vanno riportate nel modello 730/2025, all’interno del Quadro E - Oneri e spese, nei righi da E8 a E10, utilizzando il codice 17 (“Spese per intermediazione immobiliare per l’acquisto dell’abitazione principale”).
In un periodo in cui le spese legate alla casa sono sempre più elevate, anche un piccolo rimborso come quello previsto per l’intermediazione immobiliare può fare la differenza. Vale quindi la pena conservare con cura tutta la documentazione e indicare esattamente l’onere nel 730.
In caso di dubbi sul corretto
inserimento dei dati (oltre che per maggiori dettagli), o per essere sicuri di avere diritto alla detrazione, il consiglio resta sempre qello di rivolgersi al proprio commercialista, o ad un Caf.