Balneari, la Ue boccia il piano dell'Italia

Da Bruxelles lettera al governo: niente indennizzi o procedura di infrazione. Col rischio supermulte

Balneari, la Ue boccia il piano dell'Italia
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Il decreto ministeriale non va bene. La Commissione europea boccia senza appello la bozza del testo preparata dagli uffici di Matteo Salvini e rimanda la palla all'Italia. La querelle sui balneari si complica e la procedura d'infrazione, aperta da 1.692 giorni, non si arresta. La lettera, di cui il Giornale è venuto in possesso, è stata scritta a Bruxelles il 17 luglio e azzera le speranze del nostro governo che l'anno scorso aveva riscritto la norma puntando sul capitolo indennizzi e ristori per convincere la categoria ad accettare bandi e gare a partire dal 30 settembre 2027.

"In termini giuridici - è l'incipit - la posizione resta quella delineata nella comunicazione del 19 agosto 2024 laddove si osserva che il diritto dell'Unione non consente, nelle circostanze di questo caso, di riconoscere alcuna compensazione agli operatori uscenti, tanto meno a carico dei nuovi operatori".

Era la carta giocata dall'esecutivo Meloni che aveva diviso il problema in due: i beni ammortizzabili non ancora ammortizzati e la remunerazione degli investimenti fatti. Sul primo capitolo, forse, l'accordo è a portata di mano, sul secondo la chiusura era e resta netta. "Qualsiasi obbligo imposto al nuovo concessionario in merito al versamento di una compensazione all'operatore uscente - scrive ora la Commissione - non deve essere tale da creare oneri indebiti che scoraggino, de jure o de facto, nuovi operatori dal partecipare alle procedure di selezione e segnatamente che le disposizioni in materia di compensazione debbano rimanere limitate ai soli investimenti non ammortizzati e non essere dissuasive o comportare una sovra compensazione".

Bruxelles non cede. Un conto è concedere un indennizzo al vecchio operatore per una struttura non amovibile appena realizzata, ad esempio una piscina, altra cosa è prevedere compensi con tanto di tabelle per amovibili, per esempio i tessuti delle tende, o addirittura immateriali.

Bruxelles dice no ad un'interpretazione elastica della norma e nello stesso tempo ribadisce la filosofia di sempre: si va alla gara e chi c'era prima non può trarre dalla propria storia e dal proprio blasone una sorta di posizione di rendita.

Inoltre alcuni riferimenti tecnici sembrano "confermare - per Bruxelles - che l'equa remunerazione sia finalizzata a compensare il concessionario uscente per il valore aziendale e/o di mercato dell'impresa balneare, contrariamente alle chiare indicazioni già fornite da questi servizi in merito alla necessità di escludere dalla compensazione il valore aziendale di cui era titolare il precedente concessionario". Per la Commissione in sostanza gli indennizzi vanno ridotti al minimo e non può rientrare dalla finestra quel che è uscito dalla porta. Ora la Commissione si aspetta una correzione del decreto che recepisca le indicazioni date più volte. Se l'Italia dovesse andare avanti per la propria strada scatterebbe la richiesta di condanna e, dopo un'eventuale sentenza, in primo e poi in secondo grado, il nostro Paese sarebbe chiamato a pagare una sanzione. La pena pecuniaria, volgarmente una multa, ha sempre nel quadro Ue, una doppia voce: la prima calcola, su base quotidiana, i giorni trascorsi da quando è stata aperta la procedura, qui appunto 1.692 dal 3 dicembre 2020, e l'altra forfettaria. Alla fine, immaginando un verdetto operativo da oggi, la pena si aggirerebbe sui 110 milioni. Destinati naturalmente ad aumentare ogni 24 ore, ma non fino ai numeri da fantascienza, inverosimili, che circolano in rete, dove si ipotizza addirittura un totale vicino al miliardo di euro.

"C'è però nel provvedimento un passaggio che sembra indicare un possibile percorso - spiega al Giornale l'avvocato amministrativista Alessandro Del Dotto - ed è quello in cui si specifica che i beni amovibili,

"che non costituiscono parte integrante ed essenziale della concessione, possono essere regolati da accordi di diritto privato fra concessionari uscenti ed entranti". È lì che si potrà sviluppare la trattativa fra le parti.

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