(...) manifestava a Sampierdarena contro i fascisti Plinio e Bornacin in elegante cappotto, ma non troppo lontano dai no global che alla discussione preferirono il lancio di un lucchetto, avesse lasciato spazio a un Ronzitti di governo.
Un Ronzitti che - come abbiamo sempre scritto su queste colonne - è stato davvero un buon presidente del consiglio regionale, rispettoso dei diritti di tutti e garante pure delle minoranze. E anche come leader politico, con il suo esperimento (poi miseramente fallito) di Unione a Sinistra, ha valorizzato alcune delle migliori risorse che si sono segnalate nel centrosinistra in questi anni: da Nicolò Scialfa, scoperto prima della svolta dipietrista, a Renata Briano, che quando non le scivola la frizione dialettica sui discorsi de sinistra vecchio tipo che le piacciono inspiegabilmente tanto, sa essere politicamente molto fascinosa ed è unottima assessore provinciale capace di conciliare ambiente e caccia senza isterie e talebanismi; da Gianni Crivello, presidente del Municipio Valpocevera, che riesce ad essere uno dei migliori minisindaci di Genova, attento alle esigenze di tutti e dialogante meglio della maxisindaco (anche se non è che ci voglia moltissimo per questo) a Franco Bonello, consigliere regionale educato e moderato.
Insomma, un talent scout della politica a sinistra, dove non è che ce ne siano tanti che brillano. E, ribadisco, uno che ha svolto bene il suo ruolo istituzionale. Tanto che, ad un tratto, lho soprannominato il «Napolitano di via Fieschi», con tanto di sottinteso positivo, visto che credo - e ne ho avuto prove anche personali - che Giorgio Napolitano sia il miglior presidente della Repubblica dai tempi di Saragat e Leone.
Con Napolitano, poi, da vecchio compagno di partito comunista, Ronzitti ha stabilito un ottimo feeling istituzionale, culminato nella visita a Genova e in una serie di incontri anche al Quirinale, con tanto di note ufficiali della presidenza della Repubblica.
Proprio per questo, caro presidente Ronzitti, mi ha amareggiato il silenzio in occasione degli incredibili attacchi dellItalia dei Valori, senza soluzione di continuità fra dipietristi e demagistriani, di cui è stato oggetto il Capo dello Stato in occasione del decreto interpretativo della legge elettorale. Che può piacere o non piacere, ma certo non può giustificare cartelli come quelli esposti nellaula dellEuroparlamento «Vendesi Repubblica, rivolgersi Napolitano».
Ecco, mi sarebbe piaciuto che Ronzitti - di cui si sono perse le tracce dal giorno della premiazione del magistrato benemerito Anna Canepa - battesse un colpo. Se cè. Senza lasciare lo sgradevole sospetto che il suo silenzio sia dovuto alla campagna elettorale in cui lItalia dei Valori è prezioso alleato di Burlando e del centrosinistra.
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