Caro sindaco, dopo 2 anni la buca-killer resta ancora lì

L’avvallamento, mai riparato, provocò la morte di uno scooterista di 19 anni

Alessia Marani

Adesso, hanno pure rifatto l’asfalto. Ma facendo cura che la buca-killer, quella in cui il 30 giugno di due anni fa scivolò in sella al suo scooter il diciannovenne Daniele Mollicone perdendo la vita, rimanesse ancora là. Già. Accanto, quelli della manutenzione stradale hanno addirittura disegnato la striscia gialla dei «lavori in corso», eppure quello scempio è ancora lì, in via Bonafede, circondato dai fiori e dalle scritte che parenti e amici dello scooterista scomparso continuano a lasciare in suo ricordo sul posto. Nonostante le richieste della famiglia. Pensare che all’avvio dell’estate 2005 il sindaco Veltroni e la sua giunta avevano dato fiato alle trombe annunciando la «campagna d’estate anti-buche»: interventi straordinari su asfalto e segnaletiche a tutto campo. Invece, tutto resta come due anni fa. «Se fossimo aquile ti porteremmo sulle ali; se fossimo giganti ti porteremmo sulle spalle; ma siamo i tuoi amici e ti portiamo nel cuore», dice uno degli striscioni appesi sul muro che corre lungo via Bonafede, all’ingresso dell’ipermercato Coop del Casilina. La sera del 30 giugno 2004, poco prima delle otto, lo scooter Atlantic 150 di Daniele perde improvvisamente il controllo fino a schiantarsi contro una Fiat Tempra che procede in senso contrario. Il ragazzo, trasportato urgentemente al Policlinico Casilino, morirà dopo 5 giorni di coma. «Mio fratello - raccontava Alessia, la sorella maggiore - andava piano, come hanno appurato i periti. Ma quella voragine non gli ha dato scampo. Ogni volta che passo di lì e vedo ancora che nessuno ha fatto nulla per rimuovere la buca, sto malissimo. E mi fa rabbia pensare che nessuno tra vigili urbani e tecnici comunali che pure passano di lì in continuazione, abbia fatto niente per fare riparare il manto stradale prima che mio fratello morisse. Ora addirittura, la beffa».
«Anche la sera di quel tragico 30 giugno - dicono di Daniele, al muretto di Villa Adele - “Molli”, come lo chiamavamo, era qua con noi. Poi si è allontanato per andare a fare una commissione alla Coop. Quei giorni di coma sono stati tremendi. Il padre, Antonio, ancora fa fatica a riprendersi».

Via Bonafede, strada, privata, realizzata in tutta fretta e con materiale scadente, era in attesa d’acquisizione da parte del Comune. «Ma della sicurezza di migliaia di scooteristi e automobilisti che passano di lì ogni giorno conclude Alessia Mollicone - evidentemente non interessa così tanto. Neanche dopo la morte di un ragazzo come Daniele».

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