Il caro spesa arriva in mensa, bimbi "a dieta"

Milano Ristorazione risente degli aumenti di frutta e verdura: "I rincari sono forti ma il bilancio è sempre quello". Si cerca di contenere gli sprechi. "Non vogliamo chiedere quote più care ma nemmeno ridurre la qualità"

Le zucchine costano il doppio, la frutta è arrivata alle stelle e con la stessa cifra dell’anno scorso si riempie solo la metà del frigorifero. E così, come una brava massaia, Milano Ristorazione, la società che gestisce le mense scolastiche, si deve destreggiare al meglio per far quadrare i conti. Da sfamare ci sono più di 80mila bambini al giorno e i cuochi si rifiutano di risparmiare a discapito della qualità del cibo. Lo spauracchio dell’aumento delle quote chieste alle famiglie è dietro l’angolo. Per ora però si fa di tutto per lasciare inalterati i contributi chiesti ai genitori, che, al massimo, equivalgono alla metà della spesa per il pasto, pari a 4,23 euro.
«Eppure - spiega il presidente di Milano Ristorazione, Michele Carruba - la spesa per le materie prime è raddoppiata, così come la manodopera ma il bilancio è sempre quello. Per risparmiare all’interno dell’azienda stiamo cercando di razionalizzare».
Del possibile aumento delle quote si discuterà con il rinnovo del contratto della società, previsto per la fine dell’anno. «Approfondiremo l’argomento e valuteremo il da farsi» si limita a commentare l’assessore alla Scuola Mariolina Moioli. «Il Comune - aggiunge Carruba - si dovrà prendere carico di questo problema e dovrà vedere come risolverlo. La scelta politica è quella di non aumentare il costo dei servizi per le famiglie. Ma noi non possiamo andare avanti così ancora per molto tempo».
Per ora si cerca di far fronte ai rincari cercando di ottenere i prezzi migliori sull’acquisto «in grandi quantità» di frutta e verdura. In vista del nuovo contratto di servizio si lavorerà sulle grammature di cibo da presentare nel piatto degli alunni. Non più 50 grammi per la pasta ma 30 grammi. «Così - assicura Carruba - almeno eviteremo gli sprechi e getteremo via meno cibo. Arriveremo a ridurre gli avanzi del 15 per cento e allo stesso tempo andremo incontro alle esigenze alimentari di una dieta equilibrata».
Quest’anno le famiglie che pagano di più contribuiscono per 2 euro e qualcosa alle spese per il pranzo dei loro figli. Si cercherà in tutti i modi di non rivedere questa cifra.
«Durante le riunioni per il nuovo contratto di servizio - aggiunge Carruba - metteremo sul piatto della bilancia ciò che il Comune vuole e ciò che noi possiamo dare con l’aumento dei costi.

Ovviamente noi non potremo mai scendere sotto un certo livello di qualità dei cibi. Su questo punto non siamo nemmeno disposti a trattare». Anche perché nei suoi conti Milano Ristorazione deve calcolare gli investimenti, non da poco, per rinnovare le sale mensa e per aumentare i self service.

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