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Il Carroccio si conta: i bossiani a teatro per il comizio di Maroni

Reguzzoni lancia una serata nel feudo di Busto Arsizio. Un’altra sfida interna in vista dei congressi nazionali

Il Carroccio si conta: i bossiani a teatro per il comizio di Maroni

Un altro colpo di teatro, si vedrà quanto numeroso, ma la guerra del Carroccio si combatte anche così, convention contro convention, in vista dei congressi-duelli. Se il Maroni day al teatro Apollonio di Varese (stra-gremito) ha segnato una svolta nei rapporti di forza dentro la Lega, con una netta vittoria dei «barbari sognanti» di Maroni, l’altra fazione non sta a guardare e prepara la riscossa teatrale. Il leader del «cerchio magico» Marco Reguzzoni (appena dimessosi da capogruppo alla Camera) sta organizzando anche lui il suo «Reguzzoni day», al teatro Sociale di Busto Arsizio, fortino dei «reguzones». Una convention per mostrare i muscoli, nel braccio di ferro con Maroni, che si terrà - come anticipa La Provincia di Varese - attorno al 1° marzo, per raccogliere le forze e provare a dimostrare che c’è una base che non sta con l’ex ministro. Nell’area di Busto Arsizio è probabile di sì, lì Reguzzoni ha un suo seguito, anche grazie all’alleanza famigliare con Francesco Speroni (altro «bustocco»), suo suocero. Era stato proprio l’europarlamentare leghista a sostituirlo, a Natale, nella riunione di fine d’anno con i militanti della sezione. Venerdì sera invece è stato direttamente Reguzzoni a presentarsi dai suoi, per fare il punto e preparare le nuove mosse: «Il capogruppo è un ruolo complesso, ero stanco e avevo già messo a disposizione il mandato - avrebbe detto ai militanti di Busto Arsizio -, ora avrò più tempo e libertà per occuparmi del territorio. Dicono che comanderei Umberto Bossi? Impossibile, non ci riesce nessuno, lui è sempre avanti a tutti». Critiche poi non a Maroni ma ad alcuni maroniani, «che non mi conoscono ma mi attaccano», ad esempio i Giovani padani, ma anche Matteo Salvini. Reguzzoni dice di non voler fare fronde e che le fronde non ci devono essere anche se «qualcuno pensa di dividere la Lega». Ma allora perché una convention in tipico stile «corrente di partito»? Si parla di un cedimento all’interno dello stesso «cerchio magico». Rosy Mauro, in alcuni colloqui con «maroniani», avrebbe scaricato Reguzzoni, addebitandogli molti errori. E quindi l’ex capogruppo si starebbe organizzando in modo autonomo, contando sul proprio seguito fuori dal «cerchio».

Alle faide interne alla Lega si mescola anche la questione Pdl: alleato o no? I maroniani spingono per il distacco. Maroni ha passato al domenica a Verona per lanciare la corsa solitaria di Flavio Tosi con la sua lista civica appoggiata dalla Lega ma senza il Pdl, perché «non sarebbe molto normale avere a fianco il Pdl che ha votato la manovra Monti», spiega il sindaco maroniano. «Quando uno mi mette le dita negli occhi una, due, tre volte e poi viene a dirmi facciamo gli accordi, perché conviene a loro sul territorio, io gli dico non va bene non si può», ha rincarato Maroni, che punta al modello Csu tedesca: «Lega primo partito al Nord». L’ex ministro ha parlato ancora dei congressi nazionali, un «sano esercizio di democrazia» che «spero si facciano presto», e ha poi assimilato la sua vicenda a quella di Tosi, uno che «ha subito attacchi personali anche all’interno del movimento che non sono tollerabili, forse perché è troppo bravo e troppo leghista». Parlava di Tosi per alludere anche a sé. «La mia vicenda personale mi ha ferito, ma la considero chiusa e salutare, per la risposta avuta dai militanti e dalle sezioni».

Fin qui i maroniani secessionisti dal Pdl. L’ala di Reguzzoni invece è filo Berlusconi, e infatti a Busto Arsizio i due partiti governano insieme. Quindi la convention dei «reguzones» potrebbe ribadire le ragioni della parte che non vuole separarsi dal Pdl (e Bossi sta più con loro). Intanto continuano le scosse telluriche nella Lega. In provincia di Rovigo si sono autosospesi 148 iscritti, per uno scontro tra cerchisti e maroniani, mentre a Luino (principale comune della circoscrizione leghista in cui sono militanti la moglie e i figli di Bossi), dove dieci giorni fa erano arrivati alle mani, la sezione ha votato il nuovo segretario maroniano. Un piccolo antipasto di quel che succederà con i congressi.

Ma prima ancora con le convention teatrali.

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