Caro Massimiliano, il periodo natalizio e festivo non ha mandato in ferie anche la mente, ho continuato a leggere «il Giornale», ho riordinato vecchi articoli e le idee e nello stesso giorno, il 31 dicembre mentre leggevo «Il paradosso del Pdl: il partito azzurro al voto senza azzurri», ho ritrovato un tuo articolo del 10 giugno di questanno titolato: «Ripartiamo dai fedelissimi» nel quale tu chiedevi addirittura «lesame del sangue» per i candidati del Pdl. E ancora, nello stesso giorno ho incontrato un conoscente che, chiedendomi notizie sulla politica locale, mi ha chiesto: «Ma che fine hanno fatto tutti quei coraggiosi della prima ora, imprenditori, negozianti, persone capaci e generose che si sono dedicate a Forza Italia facendola crescere e senza nulla chiedere?». Ecco qui sta il punto, dopo aver fatto tanto per questo partito, dopo essere divenuti Berlusconiani doc, dopo che Berlusconi è riuscito a cambiare lItalia e gli italiani (in meglio naturalmente) ed aver riconquistato la stima e lonore del mondo, ecco, improvvisamente, i berlusconiani nel Pdl odierno devono sparire, vergognarsi del loro passato e regalare il lavoro fatto a coloro che in questi anni sono passati più volte da una parte allaltra, un po a destra e un po a sinistra a seconda della convenienza. E allora io dico che non ci sto a questo gioco e questi «candidati di opportunità» io non li voterò, anche a costo di perdere, e mi auguro che così facciano altrettanti elettori.
Perché senza identità, senza idee chiare non si va da nessuna parte. Di ciascuno dei candidati proposti vorrò sapere il percorso soprattutto di quei Pdllini che fino a ieri dileggiavano Berlusconi.
Per favore, non facciamo gli stessi errori del Pd, che ha messo da parte i suoi uomini più fedeli per proporre ogni volta «Gente gradita allelettorato» (tutti gli ex-Dc) o esponenti degli alleati minori, ricordiamoci per fare un esempio della candidatura di Di Pietro al Mugello e altre aberrazioni simili, con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Buon anno.