Le carte più personali e private di Oriana Fallaci in vendita on line al modico prezzo di 28985 dollari e 99 centesimi. Una raccolta che spazia dai lavori preparatori di Un Cappello Pieno di Ciliege, ai suoi carteggi pieni di insulti verso chi osava farla arrabbiare, passando dai piccoli appunti a margine degli articoli di giornale oppure dai dossier che archiviava su determinati argomenti per poi riutilizzarli in seguito.
Fantascienza? No, l’annuncio è comparso sul sito AbeBooks.com ad opera di un libraio canadese che ha pubblicizzato così l’incredibile lotto di documenti ed è subito rimbalzato Sul sito italiano di Dagospia. Non solo, sulla vetrina virtuale della M. Benjamin Katz, Fine Books/Rare Manuscripts dedicata a questo lotto compare un’immagine fotografica che rappresenta un dattiloscritto diviso per punti, più volte sottolineato e con un titolo vergato a mano in pennarello nero: «Schiavi a Livorno» (tema che ritorna in uno dei capitoli di Un Cappello Pieno di Ciliege). Abbiamo fatto vedere il documento a Paolo Klun che è stato il segretario della giornalista proprio nella fase di rilettura e correzione del romanzo. Quanto alle procedure per impedire fughe di notizie e incartamenti: «Oriana era maniacale, quando voleva che ci liberassimo di qualche stesura che non le piaceva la procedura era scientifica. Tritavamo i fogli poi li buttavamo in sacchetti di celofan chiusi con degli elasticoni verdi. Quindi non mi sembra che si possa parlare di fogli di quel tipo. Quanto al resto... Oriana viveva in un mare di carta chi può garantire che parte di quell’oceano non sia stata sottratta? Gli appunti che ho potuto vedere sembrano un preparatorio per un Cappello pieno di ciliege, non è però qualcosa che io ricordi. Ma la scritta a mano dell’intestazione sono quasi sicuro sia di Oriana e il suo modo di scrivere e sottolineare a più colori assomiglia terribilmente al suo... Che dire?».
Quanto al venditore di libri e manoscritti rari Benjamin Katz è ovviamente circospetto sul percorso che ha portato nelle sue mani kili e kili di carte appartenute, a suo dire, ad Oriana Fallaci. Raggiunto al telefono nel suo ufficio di Toronto così racconta: «Io li ho ricevuti da un libraio americano del quale mi sento impegnato a tutelare la privacy... Un collega che non essendo specializzato in questo tipo di prodotti ha preferito rivolgersi a me. Quanto alla loro provenienza vengono sicuramente dall’appartamento della signora Fallaci a New York. Durante la ristrutturazione, per come mi è stato dato di capire la storia, devono essere stati inscatolati e poi hanno preso un’altra strada». Quanto al fatto che le carte di Oriana prima di essere destinate ai vari archivi in cui si trovano, quello in partenza della Regione Toscana, quello dell’Università di Boston e quello della Rcs, siano state attentamente catalogate ed un ammanco del genere sia difficilmente spiegabile, Katz non sa darsi spiegazioni però sull’autenticità dei faldoni non ha dubbi: «C’è di tutto, dattiloscritti con appunti, lettere, documenti, appunti presi a mano e i suoi materiali di ricerca per i romanzi, non ho dubbi sull’autenticità, sono cose scritte o appartenute alla giornalista, insomma sono i personals files, 22,5 kili (50 pounds) di personal files». Alla nostra richiesta, però, di mandarci altre immagini oltre a quella che campeggia sul sito Kantz si è trincerato dietro a uno strano: «Questa l’ho scattata mentre inventariavo i documenti ora non ho un’altra macchina digitale con me...».
Eppure sull’autenticità è possibilista anche Edoardo Perazzi il nipote della scrittrice e suo erede universale: «Dalla descrizione sembrano essere carte e documenti di Oriana». Per lui però se sono originali sono spariti prima della morte della scrittrice: «Sono sicuro che non sono stati trafugati dagli archivi e non provengono nemmeno dai faldoni che sono stati lasciati a me. Quello che non è stato catalogato è depositato al sicuro a New York. Oriana aveva fatto l’inventario e poi il back up e poi ancora il back up del back up. La casa è stata svuotata subito. Tutto è possibile ma se è sparito qualcosa secondo me è successo prima». E dunque? E dunque Edoardo Perazzi ha subito attivato il suo avvocato: «Gli ho dato mandato di scoprirne la provenienza anche se, data la situazione, temo di non poterci fare nulla, in Canada il concetto di incauto acquisto nella giurisprudenza quasi non esiste». E sulla stessa linea la collaboratrice di una vita di Oriana Daniela di Pace: «Le carte di Oriana erano infinite. Penso che possano essere uscite da quella casa anche prima della sua morte... Venire a capo della faccenda mi pare complicatissimo. L’unica certezza che ho è che di sicuro non sono in nessun modo legate ai documenti e ai libri che vennero affidati a Monsignor Fisichella».
Ma in effetti qualche dubbio sul fatto che la casa di New York della Fallaci, e il suo contenuto sia sempre stata efficacemente protetto si potrebbe averlo, lo stesso Perazzi ammette: «comunque la documentazione è enorme, la gente non si rende nemmeno conto di quanto ha prodotto Oriana». La giornalista italo-americana Mary Giuffré, poi, pubblicò il 24 febbraio del 2009 un articolo su AmericaOggi (il quotidiano degli italiani Usa) denunciando il degrado della sua townhouse al 222 A sulla 61th street, nel cuore dell’Upper East Side: «Sabato notte e per tutta la giornata seguente, al 222 A sulla 61th street, l’ingresso di casa Fallaci, è rimasto spalancato...». Già allora ci si chiese chi avesse aperto quella porta e perché, senza risposta. Eppure Perazzi è tassativo: «Puttanate. L’appartamento a quel punto era vuoto da un pezzo e in ristrutturazione... l’articolo fu pura speculazione».
Canada o non Canada, vendita on line o non vendita on line, furto o smarrimento, quel che è certo è che i documenti restano impubblicabili senza l’autorizzazione degli eredi.
Come spiega l’avvocato Niccolò Rositani, uno dei maggiori esperti italiani sul copyright: «Esiste un diritto patrimoniale e uno morale sugli scritti inediti di un autore. Nessuno può pubblicarli senza l’autorizzazione degli eredi. E Canada, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto sia gli accordi di Berna che quelli di Ginevra che regolano questo tipo di questioni...»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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