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Il cartellino rosso di Melo: «Alla Juve non funzionava niente»

Felipe Melo dice di essere un inguaribile romantico: «Se nella mia vita avessi ricevuto tanti fiori quanti cartellini rossi e gialli sarei sicuramente stato un uomo più felice», esordisce il centrocampista bianconero davanti ai giornalisti nel ritiro brasiliano di Johannesburg. «Mi piace mandare fiori a mia moglie e riceverli», aggiunge. Che bel quadretto. E pensare che a parlare è un mastino che nelle ultime due stagioni ha collezionato 5 cartellini rossi, più una consistente manciata di ammonizioni. Poi però il brasiliano continua il suo discorso e più che cioccolatini e rose rosse sono stoviglie che volano. Soprattutto verso i bianconeri.
«Con la Fiorentina funzionava tutto a livello di gruppo e di collettivo, mentre con la Juventus è stato tutto differente, il collettivo non ha mai funzionato, ma io sono soddisfatto di quello che ho fatto». Strane parole, per uno pagato 25 milioni di euro e che ora la Juventus non può vendere per non incassare una clamorosa minus-valenza. «Io mi prendo solo una piccola parte della responsabilità - aggiunge Melo -, qui nel Brasile è diverso, c’è molta allegria, è pieno di amici, di persone che ti aiutano quando ti devono aiutare». Eppure, a leggere i quotidiani brasiliani, proprio Melo e Kakà avrebbero avuto un diverbio nei giorni scorsi; idem Baptista e Alves. «Una pagliacciata dire che hanno litigato. Avevano anche detto che tra me e Kakà c’era stata una litigata, ed invece non è vero. La Seleçao deve restare unita: partiamo favoriti e non possiamo commettere errori».

Parola di Felipe Melo, inguaribile romantico.

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