Le cartolerie «adottano» gli asili

Roberta Gallo

Le cartolerie adottano scuole materne.Grazie a loro, gli asili comunali hanno il materiale didattico per i bambini. Le casse comunali, completamente a secco, non possono sopportare questa spesa.
Il Comune di Genova fornisce ai bambini delle scuole dell'obbligo le cedole per avere gratuitamente i libri. I genitori, ordinati il sussidiario, il libro di lettura e d'inglese, consegnano alle cartolerie le cedole. Saranno poi i cartolai a doversele far rimborsare dalla civica amministrazione. E qui arriva il bello. Con un'abile mossa strategica ad ogni cartoleria, sull'incasso e non sul guadagno, viene chiesta la gabella dell'uno per cento, che nei prossimi anni, visto il buon esito di questo anno, sarà aumenta al quattro e poi al cinque per cento. Il corrispettivo di queste percentuali a che cosa serve? Secondo una circolare comunale, arrivata a tutti i negozi interessati, a riempire un enorme buco finanziario. Una voragine che non permette a Tursi di coprire le spese per le scuole materne comunali. Soldini che servirebbero a comprare il materiale didattico per i bimbetti che le frequentano. C
osì che cosa hanno architettato? Praticamente ogni cartoleria genovese è obbligata ad adottarsi un asilo. Le maestre, secondo il diktat di via Garibaldi, si precipitano nell'esercizio commerciale indicato e portano via materiale per la cifra calcolata dal Comune in base all'incasso effettuato.
«È una vergogna! - tuonano subito i librai inferociti - per colpa loro che sperperano i soldi noi dobbiamo coprire i loro debiti». La prima accusa, infatti, va a tutti i denari che la civica amministrazione spende per gli stranieri. Tutte persone che risultano indigenti e quindi esonerate dal pagamento di qualsiasi servizio pubblico. «Ci sono tantissimi italiani nelle loro condizioni - dicono - ma siccome appunto non sono extracomunitari non godono degli stessi benefici ma sono penalizzati». E così, spendi di qua e spendi di là il Comune che non vuole far fare brutta figura alle sue strutture, ha trovato questo escamotage. Come lo sceriffo di Nottingham spreme fino all'ultimo soldo gli esercizi privati per sanare quelli pubblici.
«Però di noi non si preoccupa nessuno - continuano i cartolai - ad esempio del nostro materiale che rimane invenduto, dei libri che ci restano a magazzino. Questi nessuno ce li rimborsa. Però - aggiungono - ci chiedono una percentuale sulle cedole che loro stessi concedono alla scuola dell'obbligo. Altro che gabella, continuano, questo è un “pizzo” vero e proprio. Noi non ci possiamo rifiutare di dare la percentuale o di adottare un asilo.

Altrimenti ci revocano la possibilità di vendere i libri per le scuole dell'obbligo».
E le cartolerie che sono in prossimità degli edifici scolastici, sicuramente, non vogliono rinunciare a questo introito. E quindi sottostanno.

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