Nel giorno in cui il disc jockey Fia cambia disco e costringe tutti, Red Bull più di ogni altro, a risintonizzare leggermente le proprie frequenze motoristiche, ecco che le bibite energetiche di Seb Vettel e Mark Webber se ne infischiano, non sentono nuova musica e intonano il solito ritornello. Per di più a gran voce, visto che si piazzano entrambe in prima fila senza concessioni a chicchessia. Fatto sta, settima pole su otto Gp per il tedeschino campione che, avanti così, avrà più di un motivo per mandare a quel paese il suo team manager, Christian Horner, colpevole di avergli impedito di andare a caccia di tutte le pole stagionali visto che a Barcellona lo tenne fermo ai box mentre a volare era Webber. Ma questi, si sa, sono dettagli ingordi di chi si sta prendendo tutto.
Tutt’altro che un dettaglio è invece il pugno in faccia alle speranze altrui rifilato dalla Red Bull che a Valencia, per il divieto imposto a tutti di usare mappature del motore diverse tra qualifica e gara, si pensava potesse patire la norma più degli altri. La convinzione poggiava in particolare sulla mutazione prestazionale che la bibita subiva dal sabato alla domenica: il giorno prima era un’astronave imprendibile, il giorno dopo una macchina stratosferica ma un filo più terrestre.
Toccherà dunque a tutti, Ferrari in primis, attendere che il dj Fia metta sul piatto l’altro disco nuovo, quello previsto per Silverstone, fra due domemiche, quello che riporterà in F1 melodie più tradizionali, precedenti ai famigerati diffusori soffiati introdotti proprio dalla Red Bull e dagli altri frettolosamente e sommariamente copiati. Diffusori soffiati con i gas di scarico sparati dentro anche nelle fasi di rilascio a creare una forma di effetto suolo sui quali, inspiegabilmente, Dj Fia si era all’epoca rivelato parecchio permissivo.
Questo alla voce furberie e annessi e connessi. Alla voce schiena a pezzi e tutti al lavoro per far crescere una macchina rispettando le regole, parliamo quindi della Ferrari, è stato fatto un altro passettino in avanti che permette su pista meno sorella di Montecarlo e Montreal di restare comunque in alto, quarto Alonso e quinto Massa. Diciamo felici delle prime file e diciamo infelici per avere davanti una McLaren che era l’obiettivo dichiarato da superare in qualifica. Dirà Fernando, forse anche innervosito per qualche sbavatura nel giro buono: «Risultato sotto tono? Le aspettative le create voi, il nostro messaggio è stato chiaro fin dal venerdì, bastava ascoltarlo». E poi: «L’obiettivo era lottare con la McLaren e lo abbiamo centrato. Magari speravamo di esserle davanti invece ci ritroviamo in mezzo ai loro due piloti. Non mi aspettavo che il minimo cambiamento regolamentare introdotto qui potesse mutare l’ordine delle cose e, infatti, non è accaduto: la Red Bull era e resta la favorita.
Vedremo se a Silverstone, dove il cambiamento sarà più significativo, succederà qualcosa ma bisogna essere consapevoli che tutti o quasi avranno una perdita di prestazione». Quanto all’ultimo assalto poi abortito: «Nel secondo tentativo in Q3 stavo cercando di recuperare in ogni modo ma, una volta realizzato che il mio tempo era più lento rispetto al tentativo precedente, ho preferito rientrare ai box e salvaguardare quel treno di gomme Option (sono le morbide, mentre come Prime hanno debuttato le medium, ndr). Anche perché credo che in gara potremo assistere a diverse scelte strategiche. L’obiettivo? Superare al via e andare a podio».
Guai però a chiedergli della vittoria: a quella, tanto più che corre in casa, ci pensa eccome, ma non lo dirà mai. Dice un’altra cosetta: «Il lavoro di sviluppo procede bene ma sappiamo di aver accumulato un ritardo importante dal punto di vista aerodinamico... Di quanto? Circa due o tre mesi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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