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«Casa Bianca? Rammolliti» Dopo l’intervista choc il generale si dimette

Il vicepresidente americano, Joe Biden, può andare al diavolo, il consigliere della sicurezza nazionale alla Casa Bianca è un pagliaccio, l’ambasciatore americano a Kabul rema contro e lo stesso comandante in capo, Barack Obama, è una delusione. Non si tratta delle ultime invettive di Osama bin Laden, ma delle impietose battute del generale Stanley McChrystal, che guida la Nato in Afghanistan, e del suo staff. Pesanti virgolettati sulla rivista di musica Rolling Stone, non su un giornalone simbolo della stampa americana. La scivolata del generale potrebbe costargli il posto. E non è un caso che ieri, in serata, molte fonti davano per certe le sue dimissioni. Una notizia choc, quest’ultima, data da Joe Klein, giornalista di Time, alla Cnn che precisa di essere al lavoro per confermare l'indiscrezione. Intanto Obama ha convocato per oggi il generale a Washington mentre il segretario della Difesa Robert Gates ha definito le sue uscite «un grave errore». A rincarare la dose è stato poi lo stesso presidente americano che ha usato nei confronti del generale due parole brucianti: «Scarso giudizio». Ma ha poi aggiunto: «Gli parlerò prima di decidere il suo destino». Intanto Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, ha detto che «tutte le opzioni sono sul tavolo».
La «bomba» di carta è esplosa grazie al giornalista Michael Hastings, che voleva scrivere un profilo controcorrente del comandante sul campo. Nell’articolo il vicepresidente americano è il primo a finire sotto tiro. «Mi domandi di Joe Biden? Chi è?», chiede sorridendo McChrystal. E un collaboratore rincara la dose: «Biden? Hai detto “Bite me”(vai al diavolo in inglese, ndr)?». Il numero due della Casa Bianca si è sempre opposto a inviare più uomini in Afghanistan come aveva richiesto e ottenuto il generale.
McChrystal se la prende con un ex commilitone, Karl Eikenberry, che oggi è ambasciatore a Kabul. Il generale sostiene di essersi sentito «tradito» dal numero uno della diplomazia americana in Afghanistan. Sulla famosa rivelazione di un memo dell’ambasciata che esprimeva forti dubbi sulla richiesta di 40mila uomini in più e sulla strategia di McChrystal, il generale va giù duro. Bolla la mossa come «un tentativo (di Eikenberry) di coprirsi le spalle per i libri di storia. Così se sbagliamo potrà dire “Ve l’avevo detto”».
Nonostante il presidente gli abbia concesso i rinforzi e carta bianca, McChrystal è insoddisfatto pure di Obama. Un collaboratore del generale ha ricordato quando fu invitato nello Studio Ovale: «Fu una foto-opportunity di dieci minuti: era chiaro che Obama non sapesse nulla di lui, di chi fosse, né sembrava troppo interessato. Il capo rimase molto deluso».
Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, James Jones, è definito un «pagliaccio», da un altro membro dello staff. Richard Holbrooke, inviato speciale del dipartimento di Stato per l’Afghanistan e il Pakistan, è assimilato a «un animale ferito» per non essere riuscito a imporre la linea dura con il governo di Kabul. Lo stesso McChrystal dopo aver ricevuto un messaggio dal diplomatico sul suo telefonino Blackberry avrebbe esclamato: «Oh no, un’altra e mail di Holbrooke. Non voglio neppure leggerla».
Nelle ultime ore il generale ha fatto marcia indietro. Prima chiedendo «sinceramente scusa per il profilo. È stato un errore provocato da una valutazione sbagliata che non avrei mai dovuto fare». Poi ha licenziato il portavoce civile, Duncan Boothby, che aveva organizzato l’incontro con il giornalista della rivista.
Obama è infuriato e lo ha convocato oggi a Washington per sottoporlo alla gogna durante l’incontro mensile alla Casa Bianca sulla crisi afghana. McChrystal potrebbe ufficializzare le sue dimissioni e presentarsi con una lettera da consegnare direttamente nelle mani del presidente Obama.
L’unico a difendere il generale è il presidente afghano, Hamid Karzai, che lo ha definito «il miglior comandante della guerra in questi nove anni».
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