Cronache

«La Casa delle libertà deve ritrovarsi unita»

Far parte di una coalizione significa soprattutto condividere i programmi e saper ascoltare le persone

«Intelligente e capace, è colui che sa sfruttare i propri errori, ma ancor più intelligente e capace è colui che sa sfruttare gli errori altrui», questo disse un grande personaggio storico (Bismark se ben ricordo?).
Purtroppo la maggioranza dei nostri politici (che poi sono solo dei bassi politicanti che hanno come mira solamente il cadreghino) non sono intelligenti, ne tantomeno ancor più intelligenti...
Non hanno capito che le defezioni alle votazioni sono una conseguenza dei loro stupidi ed insulsi litigi, in cui ciascuno voleva dimostrare di essere il più forte, quello che sapeva imporsi, ed il povero Berlusconi, affaccendato anche con problemi internazionali doveva sprecare energie per sedare le riottosità ed i battibecchi di tutti i presupponenti ducetti della sua coalizione.
Nel 2001, la Casa delle libertà, nella persona del presidente, presentò un ben definito programma, firmato e condiviso da tutti (dico tutti) i componenti della coalizione. Perché poi ogni volta che c’era da approvare una riforma od una legge facente parte del programma, uno, l’altro, o l’altro dei componenti della coalizione metteva il bastone tra le ruote? ed in pubblico, cosa che ha dato tanto fastidio agli elettori. Non si erano resi conto che la sinistra aveva perso consensi proprio per la litigiosità che aveva dimostrato (Prodi-Bertinotti-D’Alema-guerra nei Balcani etc...)?
Invece di approfittarne, hanno preso il coltello per la... lama; intellighenzia di molti stupidi politicanti!!!
Ed ora alla prima grossa sconfitta ecco che subito un signor Abbundo (Carneade?) si mette in piazza a strillare contro tutti e tutto aggravando la considerazione che gli elettori si sono fatti sulla (debole) coalizione.
Cosa aspetta Berlusconi a cacciare o ridimensionare questi incapaci o peggio, capaci solo a voltare la schiena, se si rendono conto che il cadreghino potrebbe essere difficilmente raggiungibile.
Devono mettersi bene in capoccia, (cercando di eliminare la segatura), che saranno votati con convinzione, quando dimostreranno che vogliono lavorare per il bene del paese e della società, non per se stessi o per soddisfare la loro vanità.
Non voglio essere blasfemo a fare tale paragone, ma si chiedano facendo un bagno di umiltà, perché il Papa ha avuto il riconoscimento mondiale che Gli è stato tributato, senza nessuna campagna elettorale: perché ha lavorato per tutti senza pensare a Se stesso, non voleva fare carriera, ma ha dovuto farla perché è stato votato da chi ha riconosciuto in Lui qualità superiori; imparino i nostri ducetti.
Ed i Fini i Follini ed altri simili che si sono tolti dalla bratta per grazia ricevuta da F.I. cerchino per l’avanti di essere leali e coerenti, diversamente, lorsignori andranno a suonare la pianola per le strade, se sanno suonarla.
Nel 1994, alla prima presentazione elettorale di F.I. mi sono dato da fare, contattando sia telefonicamente che, personalmente, negli uffici di Publitalia, a Genova, quante più persone potevo per convincerli a votare per F.I.; ma quando ho visto arrivare tanti fighetti arrivisti, politicanti che cercavano voti solo promettendo favori, (questo è il grave difetto di quasi tutti i nostri politici da strapazzo, destri e sinistri) mi sono defilato.
Dove sono finiti i vari presidenti dei club F.I. (i fighetti più insulsi) che non volevano neppure andare a fare i rappresentanti di lista presso i seggi elettorali perché si sentivano tanto presidenti?
Già allora mi ero reso conto che in troppi arrivisti mancava il contatto con la «gente» mancava l’umiltà di ascoltare le persone, di cui si ricordano solo in prossimità delle tornate elettorali; guardavano solo al loro tornaconto personale, pronti a voltare gabbana (vero sig. Pittaluga) se questo tornaconto non li avesse soddisfatti.


Se si fa parte di una coalizione bisogna essere uniti, bisogna saper ascoltare le persone e non trattarle come scocciatori.

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