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Casa di Olindo e Rosa all'asta per 120mila euro

In vendita l’appartamento dei coniugi condannati per la strage di Erba. I due assassini più vicini, trasferiti in due carceri milanesi. Castagna: "Per me conta solo il loro pentimento"

Casa di Olindo e Rosa all'asta per 120mila euro

Erba - Il pianto del piccolo Youssef, due anni, echeggiava dal piano di sopra. E rompeva il silenzio monastico che regnava fra le mura dei settantacinque metri quadrati al pianterreno della corte di via Diaz, al civico 25, lato sinistro, scala A: la casa dei due carnefici della strage di Erba che adesso andrà all’asta. Quei pianti di bambino, scanditi dalle urla, scatenavano l’ira furibonda di Rosa Bazzi, la moglie del netturbino Olindo Romano, che in quell’appartamento acquistato con il mutuo, aveva cementato, giorno dopo giorno, una vita che invece doveva scorrere sempre uguale, ordinata e soprattutto avvolta nella quieta. E così è stato in quella sorta di «piccolo mondo antico», fino a quella sera del 11 dicembre 2006, quando i due «mostri», coltelli in pugno, salirono le scale che li separavano dalla casa «dell’odiata Raffaella Castagna». Il resto è la storia orribile di un massacro. Una mattanza in cui morirono quattro persone, fra cui il piccolo Youssef. Per questa strage Olindo e Rosa sono stati condannati all’ergastolo. L’appartamento-fortino di Rosa e Olindo in cui neanche la polvere doveva entrare «per non rovinare», sarà messo in vendita all’asta per un valore che si aggira attorno ai 120mila euro. Il prezzo base dell’asta è già stato fissato per l’immobile di via Diaz, nel complesso Ca’ del Giaz (Casa del ghiaccio), in centro a Erba. A chiedere la messa in vendita del «nido» dei due carnefici è stato l’avvocato Manuel Gabrielli, che assiste come parte lesa l’unico scampato all’eccidio, un vicino di casa di Rosa e Olindo, l’ex commerciante Mario Frigerio che, oltre ad aver riportato gravissime conseguenze fisiche permanenti, ha perso la moglie Valeria Cherubini. Il denaro ricavato servirà per far fronte alle ingenti spese mediche sostenute dal superstite, che con la sua drammatica testimonianza ha incastrato Romano e la Bazzi. L’avvocato avrebbe anche chiesto di poter ottenere i soldi del trattamento di fine rapporto di Olindo, oltre ai proventi derivanti dalla vendita della sua auto e del camper, parcheggiato sempre davanti all’uscio, sempre lucido, sul quale Olindo tutti i pomeriggi, saliva per leggere i fumetti e bere il caffé.

E dalla prigione Rosa e Olindo non si danno pace, vorrebbero condividere la stessa cella. E ora, grazie a un trasferimento stabilito dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, saranno più vicini. Uno infatti è stato portato nel carcere di Milano a Opera, l’altra nel penitenziario di Bollate, sempre nel milanese. Olindo era detenuto a Parma, Rosa a Vercelli. Olindo è «psicologicamente sollevato» dal trasferimento, come dice il suo legale.

In primavera, a Milano, inizierà il processo d’appello.

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